Cuoio e calzature frenano l’export pisano

23 settembre 2015 | 15:47
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Cuoio e calzature frenano l’export pisano

Il dato dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa su dati Istat è del trimestre aprile-giugno 2015 e non tiene, quindi, conto, delle fiere di settembre e dei contatti commerciali che porteranno (leggi anche Lineapelle: “Compratori in cerca di qualità e artigianato”). Ma quel dato di prima dell’estate racconta un settore cuoio e pelli in lieve calo nel mercato estero.

In un clima economico in cui c’è un’Italia che, grazie al settore auto, avanza di un +6,7% e di una Toscana che cresce di appena l’1,8% mentre Pisa mette a segno un discreto +6,5% rispetto all’analogo periodo del 2014. Questa variazione permette alla provincia di toccare i 795milioni di euro di controvalore esportato: il livello più elevato degli ultimi quattro anni. Anche le importazioni, nel secondo trimestre, segnano un’accelerazione. Ma mentre a livello nazionale (+7,2%) e regionale (+5,3%) vi sono segnali di ri-avvio dell’attività produttiva, il +8,2% realizzato da Pisa deriva dall’acquisto di oltre 58milioni di euro di materiale rotabile dalla Polonia, a sua volta riconducibile al rinnovo del parco dei mezzi operato dalla Regione Toscana. Nelle esportazioni, la crescita pisana è raggiunta grazie alla meccanica (cresciuta di un terzo rispetto al medesimo periodo del 2014), ai cicli e motocicli (+8,1%) così come della farmaceutica (più che raddoppiate le vendite all’estero), mentre cuoio (-4,4%) e calzature (-6,1%), che rappresentano un terzo delle esportazioni pisane, continuano a soffrire. Confermano la crescita anche le bevande (+1,6% grazie ad USA Cina e Giappone) e il mobile, grazie a Cina, Azerbaigian, Emirati Arabi e Arabia Saudita, torna crescere (+6,6%).
Sul versante territoriale, tutti i continenti registrano una crescita anche se sono l’Europa (che vale più del 60% dell’export pisano) e l’Asia (che pesa per un altro 20%) dell’export pisano, a fornire la spinta più consistente: +6,6% e +5,7% rispettivamente. In termini di contributo, grazie alla meccanica e ai cicli e motocicli, Germania e Regno Unito a registrate i risultati migliori: +8,1% e +27,5% rispettivamente. Bene anche le vendite dirette ad Hong-Kong (+11,3% grazie a cuoio articoli di abbigliamento) ed in Cina (+11,4%, grazie ai prodotti meccanici ed i pellami grezzi). Il +3,8% della Francia (primo mercato di destinazione) è frutto dalla crescita della meccanica, dell’olio (non certamente di produzione locale) e degli articoli di abbigliamento mentre calano le vendite di cuoio, segno di una stasi negli acquisti da parte delle griffes. Tra i paesi dove le esportazioni pisane perdono terreno troviamo – a causa delle sanzioni – la Russia -29,0%. Sulle importazioni, invece preoccupa l’ulteriore contrazione, a due cifre, dell’import di materiale grezzo e finito dell’industria conciaria: -12,9% e -20,2% rispettivamente. Leggermente positive, ma non in grado di ribaltare il giudizio complessivo sulla fiacchezza dell’attività produttiva pisana, le indicazioni provenienti dagli acquisti di materie prime. Tra queste si segnalano i prodotti chimici di base (+17,7%, qui si trovano i prodotti chimici per il conciario), gli articoli in gomma, quelli in plastica, i metalli e le parti ed accessori per gli autoveicoli. Crescono, ed è forse l’unico segnale positivo, gli acquisti di macchine di impiego generale (+14,7%). “Dopo un avvio d’anno in retromarcia – spiega il presidente della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini – l’export pisano è tornato a crescere grazie alla meccanica e alle due tre ruote mentre il cuoio, a causa del rallentamento del lusso, perde terreno. Il recupero sembra importante ma, in prospettiva, il quadro economico internazionale ancora fragile potrebbe comprometterlo. Comunque, l’obiettivo che ci poniamo come Camera di Commercio rimane quello di “stanare” le oltre 600 imprese pisane che, secondo le stime, non si sono ancora affacciate sui mercati globali pur avendo tutte le carte in regola per farlo. Su questo progetto stiamo lavorando da tempo forti della prossimità con il tessuto delle piccole imprese. Nel 2014 abbiamo infatti coinvolto in azioni di B2B, fiere e missioni e ben 256 imprese e circa 450 aziende partecipano ogni anno a seminari dove vengono presentate le opportunità offerte dai mercati internazionali. Nonostante il taglio del Diritto annuale di quest’anno la Camera ha mantenuto lo stesso impegno, e così farà l’anno prossimo, certi che il sostegno alle imprese sui mercati esteri possa essere un volano della ripresa del Paese”.