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Quel macchiaiolo nato a Santa Croce sull’Arno, le celebrazioni per Banti

18 dicembre 2023 | 14:02
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Quel macchiaiolo nato a Santa Croce sull’Arno, le celebrazioni per Banti

In mostra anche pezzi di collezioni private

Una mostra e conferenze di approfondimento saranno alcuni dei modi in cui Santa Croce sull’Arno intende celebrare il duecentenario del pittore Cristiano Banti, esponente di spicco del movimento dei macchiaioli, nato il 4 gennaio 1824 a Santa Croce sull’Arno.

Il cuore delle celebrazioni sarà la mostra organizzata dall’amministrazione comunale che aprirà al pubblico dalla metà di marzo al centro espositivo di Villa Pacchiani.  Nel contesto della mostra, resa possibile grazie alla concessione di una serie di opere da parte di alcuni collezionisti privati, sarà possibile vedere anche una produzione di Banti proveniente dal monastero di Santa Cristiana.

Eventi e conferenze di approfondimento sulla figura del pittore santacrocese sul territorio sono in via di definizione, annunciati per il prossimo anno. Il programma avrà lo scopo di declinare molta parte delle attività culturali del comune nella direzione di ricordare Cristiano Banti, la sua vita, la sua arte; oltre alla mostra saranno organizzate lezioni nell’ambito dei corsi dell’Università per l’Età Libera, attività laboratoriali che coinvolgeranno la biblioteca Puccini e il teatro Verdi.

La fama di Cristiano Banti è patrimonio condiviso anche con il comune di Montemurlo, dove il pittore ha vissuto e prodotto a lungo e dove è sepolto. Per questo l’amministrazione comunale ha incontrato i referenti di Montemurlo insieme alle rispettive pro loco e nell’arco dell’anno saranno attivati momenti di scambio e condivisione.

“Varie associazioni cittadine – ha anticipato la sindaco Giulia Deidda – si sono subito messe al lavoro per poter organizzare un comitato celebrativo che potesse rendere possibile il ricordo di Cristiano Banti, questa è una cosa che ci riempie di orgoglio. Anche i collezionisti privati hanno immediatamente dato la loro disponibilità a prestare le opere. Si tratta di un’operazione in cui crediamo molto così come nelle molte altre azioni di memoria locale e collettiva che in questi anni abbiamo realizzato”.