


Sarà il 18 aprile da Montopoli a Stibbio. Pronto un libro sulla storia delle Compagnie
Una lunga processione da Montopoli Valdarno a Stibbio e, da lí, verso il Santuario di San Romano. Con l’affievolirsi della pandemia e il ritorno alla normalità, torna anche la secolare tradizione della processione degli Angeli, la storica celebrazione che almeno dal 1600 promoveva la pace fra le storiche compagnie religiose del capoluogo, di Stibbio e San Romano.
Appuntamento messo in stop per due anni causa Covid, ma che il 18 aprile tornerà in tutto il suo splendore rinnovando qualcosa di antico, religioso ma anche parte integrante della cultura popolare delle tre comunità.
“Questi ultimi anni – ha detto il sindaco di Montopoli Giovanni Capecchi – abbiamo rinunciato a molti aspetti della vita privata e collettiva. Nel 2021 abbiamo organizzato una videoconferenza per ricordare la storia delle Compagnie, lo abbiamo fatto a distanza, come usava in quel momento, perché la nostra preoccupazione è stata quella di evitare che si perdessero certe tradizioni”. Esperienze vive e storie che trovano similitudini anche con il presente. Basti pensare che nelle attività delle Compagnie è intrinseco in valore della pacificazione tra rivali. O che la processione a San Romano del 2 luglio nacque come richiesta alla Madonna di far cessare la peste, appuntamento che quest’anno tornerà a essere celebrato.
Ringrazio don Luciano Niccolai che ha preparato un libro sulla storia delle Compagnie, un volume che a breve sarà presentato. E grazie anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato che ha permesso la realizzazione del libro”. Il volume raccoglie la storia delle Compagnie attraverso la rilettura dei documenti trovati nell’archivio parrocchiale, si raccontano le varie vicende, gli aneddoti, le rivalità per le precedenze in processione e i vari tentativi di pacificazione. Una finestra sulla Montopoli dei secoli scorsi.
“Una manifestazione che affonda le radici nel ‘600, ma che era nata per lenire una conflittualità fra Compagnie che avevano già una lunga storia – spiega don Luciano Niccolai, in compagnia di don Udoji Onyekweli –. Fra compagnia del Corpus Domini (1445) e compagnia del della Santa Croce (XIV secolo), che già da almeno due secoli discutevano sulla precedenza nella processione del Lunedì dell’Angelo, divenuta festa di popolo anche a seguito del ricongiungimento in quell’occasione con i tanti montopolesi che nel corso di quel secolo avevano preso la via di Firenze, dove esercitavano il mestiere della lana. Lanaioli che avevano fatto strada e che, intorno alla venerazione del nascente Santuario, si ricongiungevano con gli antichi concittadini il lunedì di Pasqua, giorno in cui le due compagnie storiche di Montopoli e Stibbio si univano in processione in direzione di San Romano”.
Un’antica tradizione che venne “macchiata” nel lontano 1603 da una furibonda lite fra le due Compagnie durante le celebrazioni religiose. Evento tanto eccezionale da smuovere l’allora vescovo di Lucca Alessandro Guidiccioni per mettere pace, con un accordo siglato nel 1609 che prevedeva che nelle processioni in cui si rendeva il culto al Santissimo Sacramento avesse il primo posto la Compagnia del Corpus Domini, mentre alle altre spettasse la precedenza alla Santa Croce. Di qui, a Montopoli, nacque la tradizione che nella processione del Giovedì Santo procedesse la prima Compagnia, che presto divenne “del Sacramento”, mentre nel lunedì di Pasqua, a San Romano, quella della Croce, quando le due compagnie arrivavano a San Romano per ricongiungersi coi lanaioli.
“Grazie a don Luciano – ha detto il consigliere regionale Andrea Pieroni – per la sua ricerca storica e all’editore Fabrizio Mandorlini. Il libro è una vera miniera di informazioni e di notizie. Ho moltissimi ricordi personali legati alla tradizione delle Compagnie e conoscere la loro attività vuol dire trovare le radici di quell’associazionismo cattolico così presente nelle nostre comunità”.
“La tradizione – ha concluso l’assessore alla cultura Cristina Scali – è la storia che si trova fuori dai libri. Tutti coloro che vi partecipano hanno la possibilità di conoscere qualcosa di antico che parla ancora oggi di noi e di chi siamo”.