Fucecchio e Ponte a Cappiano tra ‘400 e ‘500 nel libro di Del Rosso

Sarà presentato sabato prossimo alle 9,30 nella sala consiliare
Le vicende di Fucecchio e Ponte a Cappiano tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 sono al centro del nuovo libro pubblicato da Aurora Del Rosso (Edizioni dell’Erba) attraverso la ricerca sugli archivi storici del Comune e della Collegiata di Fucecchio. Dall’assedio di Pisa al disfacimento del lago di Gusciana, divenuto Padule, per arrivare alla magnificenza delle opere d’arte commissionate dalle Compagnie religiose che conservavano la loro ricchezza nonostante la diffusa povertà della popolazione provata dalla guerra e dalla peste, prima,e dalla scarsità della pesca, poi.
Fucecchio e il Ponte di Cappiano furono crocevia di operazioni militari che interessarono tutto il Valdarno costituendo la base logistica per l’assalto alla città di Pisa. Ebbero poi un ruolo centrale quando le loro vicende si intersecarono con quelle dei Medici. Diversi discendenti di Lorenzo il Magnifico, dopo la fine dell’esilio dei Medici da Firenze (1512), ebbero contatti con Fucecchio, i cui abitanti omaggiarono e fecero più volte affidamento su “quella magnifica casa”: dal Cardinale Giovanni, poi Leone X, a Maddalena, da Lorenzo duca di Urbino ad Alfonsina Orsini de’ Medici, la quale, agendo per conto di Leone X, disfece il lago e rovinò il ponte.
I documenti inediti trascritti mettono in luce nuove caratteristiche di personaggi famosi da Lorenzo Duca di Urbino a Argentina Soderini dei Malaspina. Lorenzo frequentò spesso, per le sue battute di caccia, la cerbaia di Montefalcone e percorse con il suo battaglione più volte il nostro territorio. Argentina si interessò al pesce del lago per l’approvvigionamento di Firenze, mentre Alfonsina personalmente avviò la trasformazione del lago in padule. Interessante la lettera in cui Leone X, in quel momento cardinale Giovanni, dimostra il suo interessamento per la Pieve abbandonata di Massa Piscatoria.
Intanto le opere pittoriche che ancora oggi abbelliscono il Museo di Fucecchio e, in un caso, il Metropolitan Museum di New York, portarono anche nel nostro territorio le acquisizioni proprie degli artisti del Rinascimento fiorentino.
Il libro di Aurora Del Rosso si inserisce in un percorso che, prendendo spunto dai documenti degli archivi di Fucecchio e del territorio, porta alla luce aspetti poco conosciuti o addirittura sconosciuti di vicende che legano le città del Valdarno ad un periodo fondamentale della storia di Firenze e di Pisa e quindi della grande storia.
Cacciati i Medici da Firenze in seguito alla discesa in Italia del re Carlo VIII , la Repubblica Fiorentina fu impegnata in una lunga guerra contro la città di Pisa che si era ribellata. Teatro della guerra il Valdarno tra Fucecchio e Pisa con i suoi castelli e accampamenti: Montopoli, Pontedera, Ponsacco, Cascina, Buti, la Verrucola e le retrovie di Empoli, San Miniato Fucecchio. In particolare Fucecchio sopportò il peso maggiore del passaggio dei soldati e dei loro capitani di ventura che, pagati e rifocillati, non avevano nessuna fretta di concludere il lungo assedio della città ribelle. Si instaurò così per un quindicennio a cavallo di due secoli un’economia di guerra che vide tutta la città impegnata nel produrre grano e trasformarlo in farina, pane e paglia per i cavalli, protagonisti assoluti, fornire manodopera, i marraioli, per gli accampamenti e accogliere all’interno delle sue mura e delle sue case capitani e soldati. Quando finalmente i Fiorentini entrarono in Pisa da vincitori, il popolo allo stremo fu sfamato con il pane e la farina provenienti dal mulino e dai forni fucecchiesi.
Il libro sarà presentato sabato prossimo alle 9,30 nella sala consiliare del Comune di Fucecchio.