La nostra Urbanina si ferma allo Chalet: domenica la presentazione



Un volume racconta la prima auto elettrica nata a Poggio Adorno
Adesso è il futuro. L’auto elettrica per il comprensorio del Cuoio, invece, è il passato. Quello di un veicolo troppo innovativo rispetto alle tecnologie dell’epoca, sia nella elettronica che nelle batterie, ma soprattutto troppo futuristica era la visione di una mobilità elettrica, a inquinamento zero, in un periodo dove l’impatto sull’ambiente della mobilità ottenuta bruciando i combustibili fossili non era certo in primo piano.
La nostra Urbanina Avanguardia d’altri tempi è il volume che racconta la storia di quel territorio che sapeva sognare in grande e guardare lontano. Il libro sarà presentato domenica 30 agosto alle 19 allo Chalet dei giardini Bucalossi a San Miniato da don Andrea Pio Cristiani presidente dell’associazione L’Auto Elettrica tra passato e futuro, Antonello Biscini curatore del libro, Andrea Mancini editore, Vieri Martini presidente Shalom.
L’evento garantirà il distanziamento sociale e saranno prese tutte le precauzioni di sicurezza. Per motivi organizzativi si raccomanda possibilmente di confermare la presenza almeno un giorno prima: urbaninacar@gmail.com – movimento@movimento-shalom.org o 0571400462.
“L’Urbanina – raccontano gli organizzatori – si può considerare la prima auto elettrica omologata e prodotta in serie, molti decenni prima che le auto elettriche divenissero comuni nelle nostre strade.
In una villa settecentesca, nella campagna toscana, agli inizi degli anni ’60 il marchese Pier Girolamo Bargagli Bardi Bandini e il geniale tecnico Narciso Cristiani progettarono e costruirono la loro auto elettrica, proponendo una mobilità alternativa, a inquinamento zero, in un mondo con una coscienza ambientale ancora da sviluppare, con il riscaldamento delle abitazioni a gasolio e nel pieno boom della benzina super.
Una scelta controcorrente, maturata nella limonaia della villa di Poggio Adorno, tra Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto e Fucecchio. In quella piccola officina fu ideata la prima auto elettrica prodotta in serie, una micro car (diremmo oggi) che sapeva adattarsi alle strade delle città più trafficate, trovando parcheggio anche negli spazi più ridotti e soprattutto non inquinando affatto.
Il marchese Bargagli trasferì la sua visione di una nuova mobilità, compatta, economica e non inquinante, all’estro creativo di Narciso Cristiani che, con un piccolo gruppo di appassionati collaboratori, inventò tante soluzioni che troviamo – quasi 60 anni dopo – nelle auto elettriche di oggi.
Quella della Urbanina è stata una splendida ma brevissima avventura, terminata nei primi anni ’70 con la cessione delle attrezzature e dei brevetti alla Zagato dopo la produzione di circa 400 vetture.
Dopo il lungo periodo di oblio che era calato sulla Urbanina dai primi anni ’70, all’inizio del nuovo millennio Giancarlo Andreanini di Staffoli si interessò alla storia di questa avventura iniziando, con grande passione e tantissima pazienza, a raccogliere foto, documentazione e soprattutto testimonianze sulla vettura e sulla gente di Poggio Adorno.
Nelle sue ricerche il professore venne a contatto con monsignor Andrea Pio Cristiani, figlio di Narciso, l’inventore che aveva trasformato la visione del Marchese Bargagli nella prima auto elettrica omologata per la produzione in serie. Al professor Andreanini e a don Cristiani si sono affiancati altri appassionati che hanno continuato la raccolta di documenti e testimonianze oltre che a ricercare le Urbanine superstiti.
Per far fronte alle tante attività, nacque spontanea l’idea di trasformare il gruppo di appassionati in una Associazione che è stata poi formalizzata nel febbraio 2018.