Tartufo, cerca e cavatura sono nel patrimonio immateriale Unesco. Brindano e affettano San Miniato e Montopoli




C’è il si da Parigi, che invita a mantenere il benessere del cane e non esagerare con la commercializzazione
La cerca e cavatura del tartufo in Italia è patrimonio culturale immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco. Si conclude nel migliore dei modi quindi, un percorso lungo, portato avanti con tenacia negli ultimi anni da una moltitudine di realtà diverse in tutta Italia ma che sono riuscite a lavorare insieme, complice anche l’associazione delle città del tartufo (qui).
Lo ha deciso la sedicesima sessione del comitato dell’organizzazione mondiale per l’educazione, la scienza e la cultura Unesco riunito a Parigi. Nel dare l’ok all’inserimento nella lista del lavoro antichissimo dei cercatori, ha invitato l’Italia a fare attenzione al rischio di una potenziale eccessiva commercializzazione e a garantire la sorveglianza e la buona gestione delle attività turistiche. Con un’attenzione particolare al benessere dei cani da tartufo e l’esortazione a condividere le esperienze di tutela con altri Stati con caratteristiche simili.
L’arte della ricerca del tartufo coinvolge in Italia una rete nazionale composta da circa 73.600 tartufai riuniti in 45 gruppi associati nella Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani, da singoli tartufai (circa 44.600) e da altre 12 associazioni di tartufai che insieme all’Associazione Nazionale Città del Tartufo coinvolgono circa 20mila liberi cercatori e cavatori.
Nei boschi di Montopoli Valdarno
si sono dati appuntamento personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo insieme ai tartufai dell’associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi, alla giunta di Montopoli e ai sindaci e amministratori dell’area come Paolo Pomponi di Montaione e Ilaria Parrella di Santa Maria a Monte, Simone Giglioli di San Miniato e Gabriele Toti di Castelfranco di Sotto, insieme al consigliere regionale Andrea Pieroni in rappresentanza del consiglio regionale.
Due ore in bosco insieme ai cani campioni, per una cerca del tartufo bianco pregiato nei minuti di attesa dell’annuncio da Parigi dell’esito della candidatura, ricerca del tartufo a cui ha partecipato anche Renzo Uliveri, presidente dell’associazione nazionale degli allenatori di Calcio, Alessio Battini campione mondiale di beach soccer, Carlo Sestini e una delegazione dei campioni del mondo di Tiro a Volo, tra cui Alessandro Gaetani e della Federazione Italiana Tiro a Volo (FITAV) sporting compak.
Da San Miniato
“Sono felice per questo riconoscimento – ha detto Marzio Gabbanini, presidente di Fondazione San Miniato Promozione – e faccio i complimenti a tutto il gruppo che da anni lavora affinché la cerca e la cavatura del tartufo in Italia diventi patrimonio immateriale dell’umanità. Dopo essere riusciti ad organizzare con successo la 50esima edizione della nostra Mostra Mercato del tartufo bianco delle colline sanminiatesi, questo è sicuramente un bellissimo regalo di Natale. È una bella giornata per San Miniato“.
“Per noi tartufai – aggiunge Renato Battini, presidente della associazione tartufai delle colline sanminiatesi – è una grande soddisfazione, perché siamo i ‘custodi’ di questa tradizione che oltre a regalarci delle prelibatezze enogastronomiche e a far girare la nostra economia, ci consente di mantenere i nostri boschi incontaminati. Anche quelli sono un vero e proprio patrimonio da tutelare in ogni modo”.
“E’ un grande successo – per il sindaco di San Miniato Simone Giglioli -, un risultato importante che dà valore assoluto ad un’eccellenza del nostro territorio, un volano per la nostra economia oltre che per il turismo. Vedere riconosciuta la cavatura del tartufo come patrimonio culturale immateriale, significa aver attuato, negli anni, politiche a tutela del territorio e dell’ambiente, oltre ad aver lavorato su una progettualità condivisa basata sulle competenze, che oggi ci premia con questo splendido risultato”.
Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo
“Oggi è un giorno storico per i tartufai toscani e per le comunità di San Miniato e di San Giovanni d’Asso. La ‘Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ entra nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco. È un riconoscimento di cui andare orgogliosi, perché il tartufo bianco rappresenta un’eccellenza toscana e al tempo stesso è un riconoscimento alla coppia cavatore cane, custode del territorio e simbolo della perfetta simbiosi tra uomo e natura”.