covid 19 ed economia |
Economia
/
in Azienda
/

“Orari flessibili, lotta agli abusivi e 0 tasse”: così Benessere e Turismo potranno ripartire

14 maggio 2020 | 21:13
Share0
“Orari flessibili, lotta agli abusivi e 0 tasse”: così Benessere e Turismo potranno ripartire

Le richieste di Cna ai Comuni. E anche ai dipendenti

“Gli orari di apertura e di lavoro dovranno consentire il recupero di una normale capacità di accoglienza giornaliera e su questo chiediamo ai comuni massima disponibilità. In questa fase saranno molto importanti la collaborazione delle amministrazioni municipali che dovranno concedere una maggiore libertà di orario e una più ampia disponibilità da parte di dipendenti e collaboratori delle imprese a orari di lavoro diversificati su un arco temporale più ampio e sulla base delle esigenze organizzative delle imprese”.

Sono in sintesi, le richieste dei portavoce di Cna Pisa BenessereCarlo Musto (acconciatura) e Antonella Orsini (estetica) con la Fase 2 ormai imminente.

Flessibilità di orari e lotta agli abusivi sono le cose che chiedono ai Comuni. “A livello nazionale infatti almeno nostro caso, le linee guida individuate dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità per il contenimento del rischio di contagio nei saloni di acconciatura e nei centri estetici, non rappresentano un ostacolo alla riapertura. Rimane ancora l’incertezza sulla data per la quale stiamo aspettando le indicazioni a livello regionale, ma intanto possiamo dire che il quadro di norme nazionali non preoccupa più di tanto. Le linee guida Inail introducono, infatti, indicazioni ragionevoli per garantire la massima tutela per dipendenti e clienti, tema al quale le imprese del settore dedicano particolare e costante attenzione.

È necessario adesso che, in vista degli imminenti provvedimenti per la riapertura, attraverso il confronto tra Governo e parti sociali vengano conciliate le raccomandazioni tecnico scientifiche con le caratteristiche delle imprese e la necessaria tenuta del sistema economico. L’adozione delle misure indicate potrebbe comportare, tuttavia, un aggravio dei costi per gli operatori mentre la necessità di rispettare le disposizioni in materia di distanziamento richiederà una maggiore flessibilità organizzativa“.

Altro tema su cui “chiediamo il massimo dell’impegno – si uniscono al coro i presidenti di Cna CuoioRoberto Marzini e Cna area Val di Cecina Juri Gabellieri – è la lotta serrata e incalzante verso tutte le forme di abusivismo da cui è colpito il settore benessere e da che altri settori come abbiamo più volte denunciato (edilizia, impianti, officine). Si fanno pubblicità on line, sfruttano i social: non hanno pudore gli abusivi perché sanno che nessuno li perseguirà. Ma si deve cambiare rotta. Non è tollerabile che in quadro sempre più complicato per le imprese corrette, chi è abusivo possa paradossalmente essere ancora più agevolato dalla sua fuga dalle regole. Se si vuole che queste vengano rispettate si parta dai veri abusivi e dagli evasori invece che concentrare le attenzioni su cavilli e adempimenti da parte delle imprese serie”.

“Regole certe e omogenee sul territorio” la Cna le chiede anche per il settore turismo, che passa per bar e ristoranti, mezzi pubblici, musei e visite guidate. Lo chiedono “come abbiamo già fatto inoltrando le nostre valutazioni e richieste a tutti gli enti locali del territorio provinciale” perché “Siamo certi che la riapertura sia ormai vicina per tutti, ma rimangono tutti i dubbi su quante attività riusciranno davvero a ripartire. Nella speranza che almeno una parte di clientela ci possa ancora essere“.

Ai comuni la Cna chiede “un atto di coraggio: ora è possibile secondo le anticipazioni dell’ultimo Dpcm, abolire tasse su suolo pubblico e adottare altri tagli. E poi serve una lotta serrata all’abusivismo e al lavoro nero. Tutta la vasta economia legata al turismo e alla ricettività, trasporto persone compreso, rischia infatti di scomparire sotto l’onda del covid 19 ed ancor più per l’effetto delle nuove regole in arrivo che schizzano fuori come schegge impazzite da organismi presunti tecnici che tutto valutano fuorché le compatibilità economiche. Ma se non si vuole davvero dare il colpo di grazia a tantissime attività, occorrono almeno soluzioni da poter applicare in chiave locale in modo mirato e intelligente e individuare tutto ciò che, alla luce delle linee guida diramate a livello nazionale, risulterà indispensabile per migliorare agibilità e capienze: gli spazi all’aperto, soprattutto.

Secondo le nostre valutazioni infatti non ci sarà apertura possibile per gli stabilimenti balneari e le attività di ristorazione e bar se il Governo adotterà i criteri individuati dall’Inail e dall’Istituto Superiore di Sanità per il contenimento del covid 19. Si tratta di condizioni insostenibili e molto più restrittive rispetto a qualsiasi altro ambito della vita sociale e la Cna lo ha sottolineato nel corso del confronto tenuto a livello nazionale. Idem per il trasporto pubblico (bus taxi e ncc ) che fra ridotta capienza e mancanza di turisti hanno visto crollare il lavoro e non si sono ancora concretizzate le aperture sul potenziamento del Tpl. Per la parte ristorazione, ad esempio, la maggiore criticità riguarda il distanziamento: prevedere uno spazio di 4 metri quadrati per ciascun cliente, con una distanza fra i tavoli non inferiore ai 2 metri, significa condannare senz’appello l’intera categoria e unica soluzione è aumentare gli spazi ove possibile, cioè all’aperto. E l’auspicio è che le procedure siano snelle e rapide come risposte, tempo da perdere non ce n’è”.

A Comuni ed enti locali, Cna propone quindi, “concessione in forma gratuita, del titolo di occupazione del suolo pubblico per bar ristoranti e pizzerie al momento della loro ripresa visto che saranno gli unici spazi disponibili per accogliere i clienti, annullamento fino al 31 dicembre 2020 di tutte le tasse locali che gravano sulla attività almeno in proporzione dei mesi di chiusura e all’attuale ridotta capacità produttiva, riduzione o azzeramento dell’Imu per i locali commerciali, alberghieri ed extra alberghieri e almeno proporzionale per le attività produttive.

I Comuni, poi, si facciano mediatori tra proprietari e gestori di attività produttive, commerciali, ricettività, ristorazione, alimentari e professionali per trovare il modo, con incentivi o altri vantaggi, di andare loro incontro accettando rinvii, rateizzazioni o dilazione dei pagamenti per non mettere ulteriormente in crisi le categorie professionali che in questo periodo non hanno possibilità di entrata”.