Niente tasse, più spazio all’aperto e asporto: i ristoranti di Cna preparano la Fase 2

Richieste e sollecitazioni sono rivolte soprattutto alle amministrazioni comunali
“Dopo aver perso gli incassi importanti di Pasqua e Pasquetta, dovremo rinunciare anche a quelli della Festa della Liberazione, del 25 aprile e del primo maggio. E dopo aver perso anche tutta la stagione legata agli eventi e alle cerimonie come matrimoni e comunioni, adesso siamo in vera emergenza”.
A dirlo è il ristoratore di San MiniatoDaniele Fagiolini(qui), portavoce di Cna Horeca (hotel, ristoranti e bar). “L’appello a gran voce dei nostri ristoratori – dice Fagiolini – è rivolto alle nostre amministrazioni comunali: cancellazione immediata delle tasse comunali Tari, Imu, affissione, occupazione suolo pubblico. E soprattutto, là dove è possibile, concedere gratuitamente o a condizioni più favorevoli, lo spazio allargato del suolo pubblico in modo che i gestori possano ampliare i loro coperti”.
Rivedere tutte le tasse comunali secondo la nuova ripartizione di spazi per ricalcolare al ribasso le tasse che gravano sulle superfici delle attività produttive è poi la richiesta suggerimento in vista della Fase 2, che per bar e ristoranti potrebbe non arrivare subito.
“Tutti noi ristoratori – spiega Fagiolini – ci poniamo una domanda ricorrente: in quali condizioni, quando potremo riaprire le nostre attività, quando gestori, camerieri e barman potranno tornare al lavoro? Molte ipotesi i ristoratori stanno facendo, come cambierà il nostro spazio, come potrò posizionare all’interno del locale i tavoli e soprattutto quanti coperti potrò realizzare. Sicuramente una grande opportunità sarà data dall’utilizzo di spazi all’aperto quindi ci aspettiamo che da parte dei comuni specie della città turistiche ci siano segnali forti in questa direzione: azzerare o abbattere i costi di Cosap e Tosap in modo deciso almeno per questa stagione e semplificare il più possibile l’utilizzo di suolo pubblico questa sarebbe un concreto aiuto. Stare all’aperto sarà molto più sicuro che all’interno e dove è possibile si deve incentivare questa possibilità.
Anche noi dovremo ripensare l’utilizzo degli spazi disponibili proprio per essere più coerenti con questa situazione che bene che va da durerà almeno fino a tutto il 2020 ed anche oltre. Ma occorre avere le nuove regole subito e che siano chiare, perché le incertezze sono già troppe. Ripartire significherà abituare lo staff ad utilizzare dispositivi come mascherine, guanti e prodotti igienizzanti. Non sarà affatto facile, per compensare la perdita dei coperti all’interno del locale cosa potrà essere fatto?
Sicuramente la possibilità di fare asporto sarà fondamentale almeno nei primi momenti di riapertura, mentre non pare una soluzione finché perdura il lockdown visto che non c’è nessuno in giro ed è scarsa la possibilità di avere clienti che possono recarsi a ritirare il cibo. Si tratta comunque di una importante opportunità che va sbloccata anche perché non comporta rischi”.