Smart working e ammortizzatori sociali: il Protocollo per far ripartire le concerie

Il documento è frutto dell’intesa tra Unic e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil
“L’attività sarà avviata gradualmente, anche con un numero di addetti inferiore laddove necessario a quello normalmente in forza. Viene agevolato il ricorso allo smart working, per le funzioni per le quali l’organizzazione lo consente e ricorre, per i lavoratori temporaneamente non in servizio, agli ammortizzatori sociali, con meccanismi di rotazione”. E’, in sintesi, quanto prevede il protocollo firmato da Concerie Italiane e dalle rappresentanze sindacali di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.
Da noi annunciato qualche giorno fa (qui), il Protocollo per l’attuazione delle misure precauzionali e di contrasto alla diffusione del contagio da covid 19 negli ambienti di lavoro è stato firmato oggi 21 aprile. Un testo di riferimento nazionale, questo, sulla base del quale organizzare e gestire l’attività produttiva in vista al termine del lockdown per ora fermo al 4 maggio.
Il Protocollo punta a favorire l’implementazione delle misure organizzative e delle indicazioni previste, per coniugare la salute e la sicurezza nei posti di lavoro in vista della ripresa di tutte le attività economiche e produttive. Il documento dovrà essere integrato con le misure specifiche per ogni contesto lavorativo e adottato in ogni impresa prima della ripresa delle attività produttive. Assume, dunque, la veste di Protocollo aziendale, per poi essere progressivamente aggiornato in base all’evolversi della situazione organizzativa anche in relazione alla diffusione del contagio stesso. Che proprio oggi in Toscana ha smesso di crescere in 3 cifre (qui).
Il documento sottolinea che “l’attività delle aziende conciarie è considerabile, in generale, a basso assembramento sulla base della tabella di riepilogo delle classi di rischio e aggregazione sociale diramata dalla Commissione governativa incaricata e da Inail. E specifica che, laddove le condizioni tecnico organizzative siano tali da determinare condizioni di maggior rischio (frequenti contatti ravvicinati con altri colleghi o persone esterne), saranno adottate specifiche misure di prevenzione e protezione.
Il Protocollo è pensato come un documento che può essere oggetto di integrazioni e aggiornamenti, in funzione di nuove eventuali disposizioni emanate a livello nazionale e regionale”.