“Lavorare solo se in sicurezza”, l’appello delle Cgil di Pisa ed Empolese Valdelsa

Le camere del lavoro ricordano le prescrizioni del Decreto e invitano all’uso di ammortizzatori sociali
“Se le parole ‘coesione sociale’ e ‘responsabilità sociale d’impresa’ hanno ancora un significato, la Cgil Empolese Valdelsa rivolge un appello a tutto il sistema d’impresa a garantire le condizioni ottimali per la tutela dei lavoratori. Questo in modo particolare per le filiere produttive considerate indispensabili e decisive in questa emergenza, ma anche per il rimanente apparato produttivo a cui, nel caso in cui ciò non fosse possibile attraverso smart working, rallentamento produttivo, sanificazioni, modifiche organizzative, utilizzo di ammortizzatori sociali e il resto, chiediamo di utilizzare gli strumenti posti a disposizione dal Dl 18/2020 sospendendo l’attività produttiva che potrebbe determinare possibili rischi di contagio”.
Un appello, questo, condiviso anche dalla Cgil di Pisa, che ricorda come bisogna mettere “La salute prima di tutto. La prosecuzione dell’attività lavorativa può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino la sicurezza. Il Decreto prevede lo smart work (lavoro da casa) dove possibile e ridurre l’attività lavorativa o prevedere turni”.
Dopo il Decreto del presidente del consiglio dei ministri, insomma, è impossibile lavorare con le condizioni di prima, a causa della pandemia da covid 19.
“Molti lavoratori – racconta Paolo Aglietti della Cgil Empolese Valdelsa – soprattutto, ma non solo, di imprese di piccole dimensioni, ci descrivono, giustamente impauriti, situazioni lavorative che non garantiscono in alcun modo quanto previsto dai diversi provvedimenti legislativi emanati dal Governo e validi anche all’interno delle imprese e neppure il rispetto delle condizioni minime di sicurezza e tutela della salute previste dal Protocollo d’Intesa definito il 14 marzo tra Governo, organizzazioni sindacali, Confindustria.
Le nostre sedi, anche se con funzionamento ridotto e tutti i funzionari delle categorie sono reperibili e a disposizione dei nostri iscritti e delle lavoratrici e lavoratori e garantiscono, quindi un presidio territoriale permanente”.
L’appello è “stringente al Prefetto e alle autorità competenti di controllo affinché queste condizioni vengano rapidamente poste in essere e rispettate“.
Le condizioni, le spiega la Cgil di Pisa: “Ogni azienda deve provvedere a sanificare gli ambienti e gli strumenti di lavoro, il lavoro deve svolgersi rispettando la distanza di almeno un metro tra persona e persona e se ciò non è possibile i lavoratori devono essere dotati degli strumenti di protezione individuali (mascherine, guanti, occhiali, camici) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.
E’ necessaria una pulizia giornaliera e sanificazione periodica degli ambienti, delle aree comuni e delle postazioni di lavoro, la messa a disposizione di idonei detergenti igenici per le mani, l’accesso alle parti comuni (mense, spogliatoi) deve essere contingentato affinché vengano rispettate le regole di cui sopra.
Su queste norme saremo inflessibili qualora non venissero applicate, sollecitando le aziende e segnalando agli organi competenti, perché tutte le misure restrittive devono essere rispettate sia nei luoghi pubblici che nei luoghi di lavoro. Non è consentito a nessuno scherzare sulla salute pubblica.
Sono sospesi per 60 giorni i licenziamenti e stanziati ammortizzatori sociali nazionali e regionali necessari a far fronte alle fermate produttive, è nell’interesse generale di tutta la comunità: istituzioni, cittadini, lavoratori, imprenditori, liberi professionisti, artigiani attivarsi in questa direzione, solo così ne usciamo. Facciamo appello ai sindaci, in quanto responsabili della condizione di salute della popolazione del territorio, affinché possano attivarsi per la corretta applicazione di tutte le misure necessarie all’emergenza anche all’interno dei luoghi di lavoro.
La nostra Camera del Lavoro di Santa Croce sull’Arno è a disposizione di tutti per segnalazioni e per pratiche non differibili e su appuntamento”. Qui orari e contatti: Cgil risponde al telefono o via mail