Coronavirus: “Non ci sono prospettive di ripresa, a rischio 2000 addetti del cuoio”

Cna e Assa Terzisti chiedono misure di sostegno. Giovedì (12 marzo) il comitato di distretto
L’emergenza economia per coronavirus, si estende a macchia d’olio. Sono forti le preoccupazioni anche per il settore della moda e in particolare pelle e cuoio. Preoccupazioni emerse da parte della confederazione nazionale dell’artigianato e da Assa Terzisti nell’incontro di ieri sera (6 marzo) a Santa Croce sull’Arno alla presenza del presidente Cna Francesco Oppedisano, del direttore generale Giuseppe Sardu e della coordinatrice Cna di zona Barbara Carli oltre che del presidente di Assa Alberto Giannangeli, il direttore Gionata Moroni, e la maggioranza dei componenti l’intero consiglio di amministrazione di Assa
“La situazione è molto grave – hanno convenuto Chba e Assa e tutti gli esponenti presenti – le nostre imprese in questi giorni stanno smaltendo gli ultimi ordini e non ci sono prospettive di ripresa visto che i segnali che ci arrivano dalle aziende conciarie committenti, sono di una forte riduzione o sospensione di ordinativi e quindi a cascata le ripercussioni negative si faranno sentire su tutta la filiera produttiva. La prima richiesta che emerge con forza da Cna e Assa sono misure protettive da attivare subito prima che si possa sentire tutto il peso negativo della contrazione che sta subendo tutto il comparto moda. Il più colpito insieme ai settori legati al turismo e ai trasporti.
Le misure di sostegno vanno tarate su aziende più deboli come i terzisti che sono meno capitalizzati e dipendono dai cicli e dai flussi dettati da mercato e da ritmi di lavoro delle concerie. Si tratta di aziende che si sostengono con i flussi finanziari legati ai flussi produttivi. Uno stop dell’uno provoca ripercussioni immediate sull’altro. Prevenire situazioni di crisi dovrebbe essere l’obiettivo principale e proteggere gli anelli più deboli della catena è un interesse di tutti anche per potersi trovare nelle condizioni di poter cogliere con reattività e rapidità eventuali sintomi di ritorno alla normalità e ripresa dei mercati”.
Cha e Assa, giudicano “positivamente che il distretto abbia finalmente deciso di riunirsi il 12 marzo. Il Distretto può battere un colpo forte e anzi rivitalizzarsi, per gestire al massimo delle possibilità questa emergenza dopo due anni di inattività.
Le richieste – hanno detto – sono di vedere estese anche a tutto il comparto moda le misure previste per le zone rosse e il comparto turistico. Su questo fronte, oltre a prevedere una sospensione di ogni pagamento fiscale e contributivo per almeno 4/6 mesi, vanno sospesi anche leasing, rate e mutui. Sono decisive anche la messa a disposizione, come peraltro sta avvenendo, di misure protettive dell’occupazione. Per il personale dipendente occorre attivare tutti gli strumenti disponibili: cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga per quei casi, circa il 10 per cento di aziende secondo stime Assa, che non ha sistemi di protezione né bilateralità (a livello toscano l’Ebret per imprese Artigiane, già pronto per ricevere le richieste ed erogare le indennità). Occorre ricordare che, all’interno del comparto conto terzi del conciario nel distretto industriale di Santa Croce Sull’Arno, trovano occupazione il 50 per cento circa del totale addetti impegnati nell’intero settore. Tradotto in numeri significa che circa 2mila addetti operano e lavorano nel comparto conto terzi”.