Commozione e memoria per la Marginetta di Staffoli nella riserva di Montefalcone

Una mattinata per ricordare i 25mila soldati brasiliani che qui trascorsero gli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale
Una cerimonia che ormai è diventata un appuntamento istituzionale di fratellanza e amicizia tra due popoli, quella della Marginetta di Staffoli, nella riserva di Montefalcone e eretta dai soldati brasiliani nel 1944.
Ottanta anni fa proprio qui, 25mila soldati brasiliani trascorsero gli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale, andando poi a combattere con gli alleati prevalentemente lungo la linea gotica. A Montefalcone dove era il concentramento della truppe brasiliane, il paese sudamericano entrò in guerra solo nel ’44, i soldati lasciarono un segno ancora oggi tangibile della loro presenza, la Marginetta, manufatto dal valore religioso e che è l’unica testimonianza ancora presente della loro permanenza in questi boschi. Di questi soldati circa 400 morirono in guerra e 11 di incidenti e malattie proprio nell’area di Montefalcone, durante l’addestramento.
Questa mattina (23 aprile) quei caduti e il sacrificio dei giovani venuti da oltreoceano per combattere una guerra per loro lontana, è stata ricordato con la tradizionale cerimonia alla Marginetta dove erano presenti i rappresentanti dell’esercito brasiliano e dell’ambasciata, i sindaci di Castelfranco di Sotto, Santa Croce sull’Arno e Fucecchio, i carabinieri forestali, che reggono oggi la riserva di Montefalcone per la tutela della biodiversità sotto la guida del comandante Giuseppe Tomaselli, una struttura dipendente dal comando provinciale di Lucca dei Forestali, i carabinieri delle stazioni comando del territorio.
La marginetta ricade proprio nel territorio della riserva.
Per la rappresentanza brasiliana erano presenti il generale Marco Antonio de Farias, ministro del supremo tribunale militare per parte militare, Pericles Aurelio Lima de Quiroz ministro del supremo tribunale militare per parte civile, il generale di divisione in congedo Edson Skora Rosty, il generale di divisione in congedo Sergio Luiz Tratz, il generale di Brigata in congedo Nelson Calvoso Pinto Homem e il colonnello Marco Lucio Niendziela, attualmente in Italia per esigenze dell’esercito brasiliano. Santa Croce era invece rappresentata dal sindaco Roberto Giannoni e Castelfranco dal sindaco Fabio Mini.
Per i carabinieri forestali invece era presente oltre che Tomaselli, il tenente Gian Marco Dodaro vice comandante del reparto Carabinieri biodiversità di Lucca. I carabinieri invece erano rappresentati dai luogotenente Nicola Caiti di Castelfranco di Sotto e Salvatore Serra di Santa Croce e Pietro Pirina di Fucecchio. Inoltre per i militari dell’Arma in congedo ha partecipato l’ex luogotenente di Castelfranco Emanuele Quaranta. Inoltre alla cerimonia ha partecipato una varia delegazione arrivata dal Brasile e alcune associazioni del territorio.
Il tema ricorrente è stata l’importanza della memoria dell’impegno e del sacrificio dei 25mila giovani i brasiliani, uniti alle forze alleate che risalirono la penisola nella guerra di liberazione. Un tributo di sangue che pagarono e che oggi è stato declinato nell’ottica di rimarcare il valore della pace e della democrazia.
Il sindaco Fabio Mini ha colto l’occasione nel suo breve intervento ha detto: “Quest’anno come sempre da decenni ci ritroviamo qui, alla Marginetta di Montefalcone, per ricordare e celebrare la presenza del corpo di spedizione Brasiliano, giovani che vennero da oltreoceano a combattere e morire per sostenere le idee di libertà e giustizia. Oggi – ha continuato Mini – rendiamo grazie non solo alla memoria dei caduti brasiliani, ma celebriamo un patto di fratellanza che ha attraversato l’oceano, superato la lingua e che è stato scritto nella storia del nostro paese. Con loro i brasiliani non portarono solo divise e armamenti, ma anche e soprattutto umanità, sostegno, cura. La Marginetta non è solo un monumento religioso. È un segno tangibile di devozione, di fede e di speranza. Ed è proprio per questo che sono convinto che dopo 80 anni sia giusto rendere onore a tutti i caduti durante la seconda Guerra Mondiale. È arrivato il momento di dare corso a quel processo di pacificazione storica e superamento delle contrapposizioni ideologiche, senza mai dimenticare gli errori del passato. Un processo che ancora fatica ad essere condiviso da tutti, ma per il quale dobbiamo tutti impegnarci. Permettetemi un ultimo pensiero rivolto a tutti coloro che indossano una divisa: a voi, che difendete ogni giorno gli indifesi, a voi che difendete i nostri confini, a voi che ogni giorno portate sulle spalle il peso degli orrori del mondo, a voi che avete nel cuore Dio e la Patria”.
Roberto Giannoni, il sindaco di Santa Croce sull’Arno, ha richiamato nel suo intervento, all’importanza del sacrificio di quei giovani che arrivarono a Montefalcone, al “deposito (dei soldati)”, proprio come veniva chiamato in gergo militare dalle truppe alleate. “Il termine ‘deposito’ ci dà l’idea – ha detto Giannoni – di cosa sia stata quel periodo di guerra, dove per riferirsi agli uomini era prassi usare una parola che noi oggi riferiamo ai materiali. Lo dico solo per evidenziare come oggi, noi che viviamo in tempo di pace, avremmo una certa difficoltà a riferirci agli uomini a dei giovani militari con questo termine. Anche questa esperienza ci ricorda il sacrificio di questi ragazzi venuti a combattere con gli alleati per la pace e la democrazia in Italia. Questo luogo, questa marginetta alla fine ha lo scopo di ricordarci ogni anno questi valori e di suggellare un rapporto di amicizia con il popolo brasiliano che ormai prosegue da 80 anni”.