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Beata Diana, Vanni: “Una volta era una festa attrattiva, ora è tutta una desolazione”

20 aprile 2025 | 12:59
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Beata Diana, Vanni: “Una volta era una festa attrattiva, ora è tutta una desolazione”

L’esponente di Azione – Repubblicani – Santa Maria a Monte Civica: “Il paese che vorrei è stato un tentativo costato al comune oltre 400mila euro e che non ha dato nessun frutto”

La Beata Diana è sempre stata la festa più importante di Santa Maria a Monte. Una storia che parte dal 1250, con la nostra concittadina, una donna che già a quei tempi faceva del bene e aiutava gli ultimi. Nello statuto del comune del 1391 veniva menzionata come Ospedale della Beata Diana che si trovava in via di Mezzo, significando che era una donna al servizio del prossimo. Poi anche il Carducci le dedicò una bella poesia che in seguito ci venne estratto la laude che tutt’oggi viene cantata in suo onore”. Così Alberto Fausto Vanni di Azione – Repubblicani – Santa Maria a Monte Civica esordisce nel ricordare l’origine della Festa delle Paniere.

“Un prete appassionato di storia, don Lelio Mannari – prosegue – studiò questa pia donna presso la biblioteca della soprintendenza di Lucca, perché a quei tempi Santa Maria a Monte era sotto la diocesi di Lucca, scoprendo tante cose di come veniva venerata e dei suoi miracoli. Occorrerebbe uno studio o meglio una tesi di laurea su questa donna che ha fatto la storia religiosa di Santa Maria a Monte. Ma oltre alla patrona del nostro paese, durante i suoi festeggiamenti il centro di Santa Maria a Monte si riempiva di tanta gente proveniente da tutta la Toscana per ammirare la processione detta delle Paniere fatte di fiori in onore di Diana, che si svolge per Pasquetta. In piazza della Vittoria allora l’autoscontro del Santoni rallegrava questo periodo pasquale, con banchi di brigidini e all’epoca le le tante botteghe in via Renaio”.

“Adesso è tutta una desolazione – commenta Vanni – Il paese che vorrei è stato un tentativo costato al comune oltre 400mila euro e che non ha dato nessun frutto. Una iniziativa miope, con quella quantità di danaro pubblico si poteva pensare ad un parcheggio e valorizzare questo centro che ha grandi potenzialità di ripopolamento e turistiche”.