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Nuovo piano di emergenza esterne per la M3, si riducono i rischi nell’area esterna

26 marzo 2025 | 06:47
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Nuovo piano di emergenza esterne per la M3, si riducono i rischi nell’area esterna

Il sindaco: “Positive ripercussioni su futuri sviluppi urbanistici nei quartieri adiacenti”. Filo Rosso chiede un’assemblea pubblica

È in dirittura d’arrivo il nuovo Piano di Emergenza Esterna per la M3 (ex Icla), che riscriverà in parte le direttive sulla sicurezza dell’azienda produttrice di gommapiuma per materassi, oggi parte del gruppo Magni.

Un tema noto nella frazione per le implicazioni sulla sicurezza ma anche sull’urbanistica del quartiere, da anni vincolata alle aree di rischio attorno all’azienda. Ora, fino al 5 aprile, sarà possibile presentare osservazioni da parte di cittadini e portatori d’interessi.

A rilanciare il tema in questi giorni è la lista civica Filo Rosso, con una richiesta all’amministrazione comunale affiché ”si adoperi al fine di convocare un’assemblea pubblica” considerate ”le ripercussioni che tale piano comporta non solo per la popolazione della frazione ma anche per le implicazioni che da esso derivano per la normativa comunale in materia urbanistica e per il futuro sviluppo di Ponte a Egola”.

Un piano messo a punto dall’apposito tavolo convocato in Prefettura, che quando entrerà in vigore sostituirà quello del 2017. ”Oltre cento pagine per un lavoro immane iniziato nel 2019, rallentato per il Covid e proseguito in questi anni – come spiega il sindaco di San Miniato Simone Giglioli. – Che vedono fra i punti salienti una riduzione ulteriore delle aree di rischio”.

Stiamo parlando dei noti cerchi concentrici sulla mappa, con partenza dall’azienda, delle tre aree sicuramente o potenzialmente coinvolte in eventuali incidenti che dovessero avvenire. Come nel 2017, sono stati ipotizzati sei diversi scenari di rischio, che vanno dal possibile rilascio di liquido tossico all’incendio in varie parti della catena di produzione. Previste e ridotte, però, le zone di rischio.

La prima è la zona ‘di sicuro impatto’, finora compresa in un raggio di 25 metri dai punti dei potenziali incidenti: è l’area ‘caratterizzata da effetti comportanti – spiega il piano – un’elevata letalità per le persone’. Tale fascia, all’interno della quale un tempo era compresa un’abitazione con una famiglia di tre abitanti, è stata portata a 17 metri e non comprenderebbe più alcun residente. La seconda zona detta è ‘di danno’: è la fascia ‘caratterizzata da possibili danni, anche gravi e irreversibili – si legge – per le persone che non assumono le corrette misure di autoprotezione e da possibili danni, anche letali, per le persone più vulnerabili”. Tale “cerchio” viene ridotto da 125 metri a 50: se un tempo comprendeva 215 persone, nel nuovo quadro sarebbero 34. Infine verrebbe ridotta da 600 metri a 125 la cosiddetta zona ‘di attenzione’: ‘caratterizzata dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi – precisa il piano – anche per i soggetti vulnerabili. Dalle 1611 persone del 2017 quest’area ne comprenderebbe ora 565.

”Riduzioni ovviamente non prodotte arbitrariamente ma legate ad una produzione mutata e ridotta dell’azienda” precisa Giglioli, che rispetto alla richiesta di Filo Rosso si è detto disponibile ad un momento di confronto in quanto già previsto in ogni caso. ”Tale rimpicciolimento – continua – unito al fatto che l’azienda adesso dispone della proprietà dell’intera area della produzione, piazzale compreso, potrebbe avere positive ripercussioni su futuri sviluppi urbanistici nei quartieri adiacenti. Penso alla vicina area sportiva che si potrebbe allargare, o ad un possibile ed utile camminamento che da tempo ipotizziamo in via Primo Maggio. O, ancora, al progetto che l’associazione La Ruga da tempo ha in cantiere lì vicino”.