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Un docufilm sull’eccidio dei fratelli Cervi al Circolo La Perla di Montecalvoli

22 febbraio 2025 | 23:31
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Un docufilm sull’eccidio dei fratelli Cervi al Circolo La Perla di Montecalvoli

Appuntamento mercoledì 26 febbraio. Sarà ospite Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette uomini trucidati dai fascisti

Mercoledì (26 febbraio) Adelmo Cervi sarà ospite del Circolo La Perla a Montecalvoli.

Previsto un’apericena alle 19,30 (costo 15 euro, prenotazione obbligatoria al 347.7676394) e, a seguire, la proiezione del docufilm I miei sette padri. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Anpi, Libera e Cgil.

Nell’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario dell’eccidio dei Cervi, un docufilm racconta l’eredità dei sette fratelli antifascisti reggiani attraverso lo sguardo di Adelmo, figlio di Aldo, caduto nella rappresaglia del 28 dicembre 1943. Il film si intitola I miei sette padri ed è stato realizzato dalla regista Liliana Davì, sostenuto dalla film commission della regione Emilia-Romagna e finanziato con una raccolta pubblica di fondi alla quale hanno aderito oltre 600 sostenitori tra gruppi, associazioni, istituzioni, compagne e compagni antifascisti.

La famiglia Cervi e le voci dei familiari sono al centro di questo film, che vuole ripercorrere la straordinaria e tragica vicenda dei sette fratelli antifascisti attraverso le testimonianze e la memoria dei familiari innanzitutto. Tutta la sceneggiatura è basata sul libro scritto da Adelmo Cervi insieme a Giovanni Zucca, da cui sono tratte le letture di alcuni passi presenti nel docufilm.

Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi e Verina Castagnetti, aveva appena quattro mesi quando il suo papà fu fucilato dai fascisti. Adelmo è un uomo inquieto, un antifascista militante che da moltissimi anni svolge attività politica contro le ingiustizie. I sette fratelli Cervi sono un mito della Resistenza e Adelmo ha a che fare con quel mito per tutta la vita. Ma chi erano, davvero, i Cervi? E’ questa la domanda che guida la ricerca di Adelmo, un viaggio a ritroso per ritrovare suo padre Aldo, per spogliarlo del mito e scoprire l’uomo che combatteva la dittatura fascista ma che aveva anche una vita segnata dal lavoro, dagli affetti, dalle speranze. Quello di Adelmo è quindi un viaggio segnato da un doppio sguardo; da un lato quello di un bambino che insegue un uomo che non c’è più, tra frammenti di terra e schegge di memoria, per capire chi era; e dall’altro, quello di Adelmo adulto, che ritrova nel proprio impegno politico e sociale il segno, inevitavile, della presenza di quel padre perduto.

La vicenda dei fratelli Cervi

La mattina del 28 dicembre 1943 al poligono di tiro di Reggio Emilia, i fratelli Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore Cervi insieme a Quarto Camurri, compagno di lotta, vengono fucilati e frettolosamente sepolti da uno squadrone fascista per rappresaglia in risposta all’attentato mortale a Davide Onfiani, segretario comunale del fascio di Bagnolo in Piano ucciso la sera prima alle 19,30. Per i fascisti i sette fratelli sono la Banda Cervi, un nucleo di ribelli sediziosi e comunisti che hanno imbracciato le armi dopo l’8 settembre e fatto della loro casa un rifugio per fuggiaschi e resistenti di ogni nazionalità. Per questo il 25 novembre 1943, un mese prima dell’eccidio, un plotone di militi della Guardia nazionale della Repubblica di Salò circonda la cascina della famiglia Cervi e dà fuoco alla stalla ed al fienile, arrestando i sette fratelli, il loro padre Alcide Cervi ed altri compagni di lotta che in quel momento si trovano nella casa.