Biblioteche, è ancora scontro. Le ex lavoratrici: “A Ponte a Egola usati addetti di altre cooperative”

Si infiamma il contrasto con l’amministrazione comunale: “Da mesi il servizio è gestito in modo misto, alttro che internalizzazione”
Sono ancora scintille fra le ex lavoratrici della biblioteca di San Miniato Basso, ancora chiusa, e l’amministrazione comunale. Questa volta il centro del dibattere è la biblioteca di Ponte a Egola, dove a loro dire da mesi sarebbero in servizio, pur senza averne titolo, addetti legati ad altre cooperative, su mansioni per le quali l’amministrazione Giglioli aveva espresso la volontà di internalizzare il servizio di prestito e gestione della biblioteca.
Il tema è sempre lo stesso: le lavoratrici legate a Promocultura, che avevano terminato il loro servizio nei fatti dopo la chiusura della struttura di San Miniato Basso a seguito di problematiche legate al sistema antincendio, emerso dopo una denuncia delle lavoratrici stesse, avevano visto terminare formalmente anche il servizio fra le polemiche e la chiusura dell’appalto, che riguardava anche alcune ore a Ponte a Egola. La giustificazione del Comune, da sempre contestata dai titolari della vertenza sindacale che parlano da mesi esplicitamente di una ritorsione contro la famosa denuncia, si è sempre retta sulla volontà dichiarata dall’amministrazione di reinternalizzare il servizio. Volontà dell’amministrazione ribadita a più riprese, anche in occasione dei consigli comunali e attraverso atti pubblici. “Il 19 marzo, con la delibera 31, veniva ridefinito l’assetto del Sistema Bibliotecario una volta terminato il nostro appalto – ricordano le lavoratrici sulla pagina Lafinediunappalto San Miniato, divenuta un po’ il megafono della vertenza. – Per la biblioteca di Ponte a Egola in quella delibera si parlava chiaramente di ‘gestione diretta dei servizi bibliotecari con personale assegnato al Servizio Cultura’. Vuol dire che l’appalto a Ponte a Egola non serve perché si internalizza, cioè al posto nostro verrà utilizzato personale comunale. Da mesi, invece, la biblioteca ed il servizio bibliotecario sono gestiti in modo misto, da personale comunale a turni alterni con personale di un’altra cooperativa. Ci sono testimoni. Quindi i fatti smentiscono questa delibera. Non siamo al momento a conoscenza di atti pubblici o bandi di gara successivi al 19 marzo che abbiano cambiato modalità di gestione a Bibliociaf”.
A seguito di queste vicende le lavoratrici di quell’appalto sono al momento ancora legate a Promocultura, senza un licenziamento formale, anche se in parte in servizio altrove con orari ridotti o, in alcuni casi, di fatto a casa a zero ore. Non licenziate, ma senza lavoro, stipendio né quindi ammortizzatori sociali.
I lavoratori che sarebbero “utilizzati da settembre per il servizio del prestito”, invece, sarebbero quelli di un’altra cooperativa, Il Piccolo Principe, titolare di un appalto legato invece ai servizi educativi per la prima infanzia e a quelli di educazione non formale a Ponte a Egola, in quanto operatori collegati al centro giovani Vocintransito. Accusa grave, condita da un particolare curioso segnalato sempre dalle ex lavoratrici: fra dicembre e febbraio, quindi dopo le segnalazioni e le polemiche, sui volantini delle attività della biblioteca di Ponte a Egola, è scomparso il logo proprio della cooperativa, finita in questi giorni, in merito a questa vicenda, al centro anche di un’interpellanza del gruppo misto, a firma Manola Guazzini. Documento, ancora da discutere, in cui si chiede a sindaco e assessore alla cultura Matteo Squicciarini “se gli operatori del ‘Piccolo Principe’ abbiano svolto o svolgano, anche occasionalmente, funzioni di prestito o comunque di gestione ordinaria della biblioteca” e “come si inserisce tale cooperativa nel quadro determinato dalla scelta di non rinnovare l’appalto a Promocultura”, oltre che “quale sarà il personale dedicato una volta riaperta la sede di San Miniato Basso”.
Intanto, appena ieri, in aperto contrasto con quanto dichiarato in passato dall’amministrazione sanminiatese, l’ex dirigente di Bibliolandia oggi in pensione Roberto Cerri ha reso pubblici i numeri delle biblioteche del comune per il 2024, che certificherebbero “una decrescita infelice” non legata solo al periodo di chiusura di San Miniato Basso. “Rispetto al 2023 nelle 3 biblioteche (di cui una chiusa da marzo) nel 2024 calano le persone venute a studiare o a leggere, diminuiscono i prestiti e le visite delle scolaresche – scrive Cerri. – Se poi confrontiamo le stesse voci coi dati del 2019, il calo è ancora più preoccupante. Questo mentre gran parte delle biblioteche di Bibliolandia, con l’eccezione di Pontedera, recuperava i danni del Covid”.