A Firenze ed Empoli flash mob contro le violenze nei confronti degli operatori sanitari

Fp Cgil: “Non è accettabile che chi svolge il proprio lavoro subisca violenze verbali o fi siche”
Domani (12 marzo) è la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Nell’occasione, la Fp Cgil Firenze ha organizzato 2 presìdi-flash mob alle 11: a Firenze davanti all’entrata dell’ospedale di Careggi e a Empoli davanti all’entrata dell’ospedale San Giuseppe.
Le richieste della Fp Cgil sono: più personale, per cure senza attese; più sicurezza sul lavoro, con presìdi fissi delle forze dell’Ordine con protocolli chiari di intervento; operatori più protetti, con apparecchi per chiamate di aiuto e videosorveglianza per ambienti più sicuri; più assistenza legale contro la violenza al lavoro, perché va difeso chi ci cura. Il sindacato chiede anche l’apertura di un tavolo ad hoc con prefetto e aziende per azioni e interventi concreti sul tema. Nel 2022 in Toscana ci sono state 1250 aggressioni ai sanitari dichiarate, di cui circa il 65% di natura verbale e circa 35% natura fisica. Il 75% delle aggressioni riguarda donne. Medici, infermieri e Oss sono particolarmente a rischio, essendo in contatto diretto con pazienti e gestendo situazioni emotivamente delicate.
Spiega la Fp Cgil: “Negli ultimi 5 anni, l’Inail ha registrato oltre 12 mila casi di infortunio sul lavoro legati a violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2500 incidenti all’anno, di cui il 75% riguarda donne. Medici, infermieri e OSS sono particolarmente a rischio, essendo in contatto diretto con pazienti e gestendo situazioni emotivamente delicate. Nel nostro territorio, le aggressioni al personale sanitario sono in aumento, e non è accettabile che chi svolge il proprio lavoro subisca violenze verbali o fisiche. È cruciale adottare misure preventive e segnalare ogni forma di aggressione in questo contesto. Da sempre come Fp Cgil sosteniamo l’urgenza di intervenire: prendiamoci cura di chi ci cura”.