Il Comune vuole l’ecomostro di Ponte a Elsa, voto per l’asta
“La partecipazione all’asta pubblica è il primo passo concreto per costruire una prospettiva nuova a quel quartiere realizzando un’operazione di recupero di quella superficie e di eliminazione del degrado per la quale l’amministrazione comunale sta lavorando da anni”. Così, la sindaco di Empoli Brenda Barnini anticipa il voto in consiglio comunale per autorizzare l’Amministrazione a partecipare al procedimento esecutivo immobiliare per acquisire il complesso residenziale ‘Ecomostro’ di Ponte a Elsa, fra via Piero Gobetti e via Dino Caponi.
Il voto è all’ordine del giorno della seduta consiliare di lunedì 4 novembre alle 18. “Un momento cruciale – per il comune di Empoli – della lunga vicenda che vide nel lontano 2004, ormai 15 anni fa, fallire la ditta che stava costruendo il complesso residenziale. I lavori di costruzione si fermarono e la struttura rimase per anni abbandonata, in decadimento, fino a quando l’amministrazione comunale, dopo vari solleciti alla proprietà privata, intervenne di propria mano per mettere in sicurezza e ripulire dalla vegetazione cresciuta negli anni l’edificio”. Adesso si aggiunge questo fondamentale passaggio, dopo che il sindaco Brenda Barnini, nei mesi scorsi, si era espressa verso la necessità di acquisire l’area privata da parte del Comune affinché potesse essere recuperata e pensata un’azione di ‘rigenerazione urbana’. “Mi auguro – dice il sindaco – che la delibera che sarà presentata lunedì sera in consiglio comunale e che dà il via libera alla partecipazione all’asta in tribunale trovi il consenso non solo dell’intera maggioranza ma anche di altre forze politiche che, come questa amministrazione comunale, hanno l’obiettivo di restituire a quell’area residenziale di Ponte a Elsa una dignitosa vivibilità”.
Per partecipare all’asta, l’Amministrazione deve prevedere nel proprio bilancio la somma necessaria a portare a termine la procedura comprensiva dei costi notarili e dell’imposta di registro, stimata in complessivi 860mila euro. La base d’asta è di 747.787,50, una cifra nettamente inferiore rispetto al valore stimato di 2.779.777 indicato da una perizia del 2007. La prima asta al tribunale campano di Santa Maria Capua Vetere, titolare della curatela fallimentare, risale al 2012 e andò deserta con un importo a base di 2.800.000 euro. In questi 7 anni sono state effettuate e andate deserte un’altra decina di aste.