Niente cellulare alla Primaria, mozione in consiglio regionale

30 maggio 2019 | 08:23
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Niente cellulare alla Primaria, mozione in consiglio regionale

Promuovere nelle scuole della Toscana percorsi formativi sull’utilizzo consapevole dei dispositivi digitali, per contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. L’impegno viene chiesto alla Giunta regionale in una mozione, presentata da Maurizio Marchetti (Forza Italia), che è stata approvata in consiglio regionale.

Nell’atto si chiede, come ha spiegato Marchetti illustrandolo, “di incentivare il divieto di utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi di comunicazione elettronica da parte degli studenti nelle scuole primarie e di promuovere, attraverso momenti di formazione e confronto, la cooperazione scuola famiglia per l’educazione dei giovani all’uso consapevole dei dispositivi digitali”.
La mozione è passata a maggioranza, con l’astensione del gruppo Pd. Ilaria Giovannetti (Pd), aveva infatti chiesto a Marchetti di ritirare la mozione perché è in dirittura di arrivo una legge da lei presentata, “dopo un lungo lavoro assieme al Parlamento degli studenti” e di rimandare dunque a quella sede “una discussione più approfondita e costruttiva” ma il consigliere di Forza Italia ha ritenuto di farla comunque votare, “visto che la mozione esprime concetti sereni e tranquilli che certo non entrano in contrasto con future leggi”.
Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) ha detto che “nella mozione il tema è stato affrontato in maniera un po’ semplicistica” e che impedire l’uso dei cellulare a scuola non può ottenere grandi risultati, in un momento in cui sono per primi i genitori, iper ansiosi, a volere tenere sempre sotto controllo i figli. Anche secondo Serena Spinelli (Art. 1-Mdp) “un tema così complesso non può essere risolto con una mozione, tanti progetti ricadono interamente sulle spalle delle scuole e non possono essere svolti e non producono effetti. Ci vuole la capacità di normare in maniera strutturata su una questione che non riguarda solo il tempo passato a scuola”. Andrea Quartini (M5S) ha invitato a fare “un approfondimento serio della questione nelle commissioni competenti”.