Gioco d’azzardo, 13mila giovani a rischio in Toscana

15 febbraio 2019 | 16:26
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Gioco d’azzardo, 13mila giovani a rischio in Toscana

“La dipendenza dal gioco d’azzardo sta diventando sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età e di tutte le fasce sociali, che si lasciano tentare dal gioco, fino a far diventare questa passione una vera patologia. La Toscana è stata tra le prime regioni che hanno cercato di dare risposte alla crescente domanda di aiuto, sia delle persone entrate ormai nel vortice del gioco d’azzardo patologico, che dei loro familiari”. Per questo, spiega l’assessore regionale Stefania Saccardi, la Toscana si impegna a combattere il gioco d’azzardo patologico. “Quando la vita è un gioco, è in gioco la vita” è il messaggio scelto dalla Regione Toscana come claim.

I dati dell’Ars, Agenzia regionale di sanità stimano 13mila adolescenti toscani a rischio. I dati ci dicono che la prevalenza di giocatori patologici e problematici coinvolge dallo 0,5 al 7,6% della popolazione. Esistono segmenti di popolazione più vulnerabili, come nel caso degli adolescenti. Tra i giovani, la prevalenza di comportamenti problematici legati al gioco è più alta rispetto alla popolazione generale ed è circa del 5 o 6 per cento. I maschi giocano in misura quasi doppia rispetto alle femmine. I giochi preferiti sono gratta e vinci, scommesse sportive, biliardo e altri giochi di abilità. La provincia di Pisa è considerata una delle più virtuose, con una spesa procapite media per il gioco d’azzardo di circa mille euro. “Abbiamo messo in campo tante iniziative – continua Saccardi -, tanti progetti e costruito una rete territoriale in grado di farsi carico delle persone e delle loro famiglie. Ora abbiamo deciso di lanciare questa campagna di sensibilizzazione e informazione rivolta a tutta la popolazione, ma in particolare alle categorie a rischio: giovani, persone disagiate. Della campagna fa parte anche un numero verde: invito tutte le persone che vogliono aiuto per liberarsi dal gioco patologico, e i loro familari, a chiamarlo. All’altro capo del filo troveranno persone esperte e preparate in grado di aiutarle”. “La Toscana è stata una delle prime Regioni a darsi una legge sulla ludopatia – ha ricordato la consigliera regionale Serena Spinelli – Con questa campagna diamo seguito a una serie di impegni presi. Prevenzione e informazione sono strumenti fondamentali per ridurre l’accesso al gioco in maniera patologica. Il fatto che tra i giovani sia in calo è anche frutto dell’informazione. Il gioco può diventare una patologia, e in molti casi ci sono multidipendenze. Spesso sono le famiglie che si rivolgono agli operatori. La rete dei servizi è in grado di dare risposte. Il logo No slot che proponiamo agli esercenti è una scelta etica: gli esercizi che lo scelgono, evitando di installare slot machine, diventano nostri partner nel contrasto al gioco d’azzardo patologico. Dobbiamo continuare a lavorare, è necessario impegnarsi sugli anziani, sui bambini, sugli immigrati”.