Fondazione Federico Zini, il consiglio regionale dice no

L’atto impegna la Giunta a “continuare con le misure di contrasto alla violenza di genere su tutto il territorio regionale, nonché a valutare quali ulteriori azioni possano essere intraprese, per disincentivare ogni iniziativa volta ad alimentare un messaggio ambiguo rispetto alle politiche di contrasto alla violenza di genere, che punti a giustificare o riabilitare chi commette femminicidio”. Compreso quello, quindi, di intitolare a Federico Zini una Fondazione a scopo benefico. Il testo è parte di una mozione approvato dal consiglio regionale della Toscana all’unanimità oggi 9 ottobre.
“Non si può – ha detto in aula Enrico Sostegni, primo firmatario della mozione del Pd che contro la violenza di genere dice ‘no’ all’intitolazione della Fondazione a Federico Zini – accettare che una Fondazione sia intitolata ad un femminicida”. Non si può, cioè, “accettare l’idea che in qualche modo la vittima abbia una responsabilità in quanto è accaduto”. L’atto è stato votato all’unanimità dall’Assemblea e sottoscritto in Aula anche da Serena Spinelli (Art.1-Mdp), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt). La mozione ripercorre la vicenda del 25enne che lo scorso maggio, a Prato, ha ucciso la fidanzata e poi, una volta a casa, a San Miniato, si è tolto la vita. A Zini è intitolata una Fondazione costituita dal padre, che ha come intento quello di combattere la violenza di genere e aiutare i bambini in condizioni di disagio anche collaborando con altre realtà presenti sul territorio. Sostegni in aula non fa nomi, ma ricorda che dietro la cronaca tragica degli eventi di maggio vi è il numero, sempre crescente, di femminicidi nel Paese. “Quello di Prato, a maggio, era il 32esimo, adesso siamo a 64”. Il punto, continua il consigliere, non è mettere in discussione “Il dramma di due famiglie”, il lutto devastante. “Il fatto molto importante è culturale”, perché “c’è un dato culturale alla base di ogni femminicidio e della gran parte dei casi di violenza”. E per questo intitolare una Fondazione a un femminicida “è inaccettabile”. Sulla mozione è intervenuto anche il consigliere Nicola Ciolini (Pd), ricordando come la vicenda abbia “suscitato l’attenzione di molte amministrazioni comunali, tra le quali quelle dell’area pratese, che hanno approvato mozioni simili. Credo che sia molto importante che il Consiglio regionale, su questo tema, assuma una posizione unanime”.
L’unanimità invocata e ottenuta da Sostegni serve anche a far sì che gli uffici regionali competenti non consentano la costituzione della Fondazione. Un’iniziativa che, ricorda la mozione, ha comunque provocato una raccolta di firme spontanea per esprimere contrarietà, con l’adesione di rappresentanti delle istituzioni locali e regionali. L’intitolazione a un femminicida, si legge in narrativa, oltre a rappresentare una possibile mancanza di rispetto nei confronti della vittima e dei suoi familiari, potrebbe rappresentare anche un ulteriore deterrente per le donne a denunciare le violenze subite.
“Non è accettabile che a Federico Zini sia intitolata una Fondazione – ha aggiunto Alessandra Nardini-. Per questo ho convintamente sottoscritto e votato, insieme al consigliere Enrico Sostegni ed altre colleghe e colleghi, la mozione che abbiamo approvato poco fa in consiglio regionale. Nell’atto, analogo a quello già approvato in alcuni consigli comunali toscani, esprimiamo la nostra contrarietà alla decisione di intitolare una Fondazione che ha tra i propri obiettivi anche il contrasto alla violenza di genere con il nome di un ragazzo che ha commesso tale delitto. Trovo ammirabile l’atteggiamento della famiglia e delle persone vicine a Elisa che dalla notte del terribile omicidio hanno scelto il silenzio quando potevano scagliarsi contro chi l’ha portata via senza un motivo in preda a una folle e brutale violenza ingiustificabile. E trovo che in una situazione così assurda e difficile il rispetto del reciproco dolore sia fondamentale. Comprendo e rispetto il dolore della famiglia Zini. Ma un assassino non si può assolvere mascherando la cronaca dei sui gesti con buoni propositi”.