Incendio Monti pisani, Regione stanzia 1,5 milioni aspettando emergenza nazionale

La giunta regionale della Toscana ha stanziato un milione e mezzo di euro, da spendere entro la fine dell’anno, per gli interventi di bonifica e salvaguardia della zona battuta dall’incendio dei Monti pisani. Oggi 2 ottobre, il presidente della Toscana Enrico ha fatto il punto sul da farsi, assieme agli assessori Federica Fratoni e Marco Remaschi, con i tecnici e i responsabili dell’anticendio boschivo regionale, del settore agricoltura, dei consorzi di bonifica e con gli amministratori dei comuni percorsi dal rogo. C’erano i sindaci di Calci, Vicopisano, Buti e Vecchiano. Assente Cascina, pur invitato.
“Le risorse stanziate serviranno per i lavori di somma urgenza – spiega il presidente Rossi -. La prima ipotesi prevede di impegnarne 850mila per gli interventi forestali e di ripulitura, altri 350mila per i lavori che i consorzi realizzeranno a valle attorno ai corsi d’acqua”. Una seconda fase, dopo i rilievi, riguarderà il riassetto idrogeologico più puntuale, laddove necessario. “Con questo milione e mezzo – aggiunge Rossi – saranno coperte anche le spese per i lavori di somma urgenza già effettuate dai Comuni e il ripristino della strada provinciale sul Monte Serra”. Entro una settimana la delibera di dettaglio sarà pronta. Nei prossimi giorni i tecnici si incontreranno di nuovo. Parallelamente la Regione sta raccogliendo dalle amministrazioni comunali l’elenco dei danni provocati dal rogo, per poi richiedere lo stato di emergenza nazionale. Quella regionale già era stata dichiarata: Rossi ha firmato l’atto una settimana fa, ad incendio ancora in corso. “Spero che il Governo accolga la richiesta – commenta il presidente – e possa contribuire alle spese per la sistemazione delle famiglie che sono state sfollate, al ristoro dei danni subiti dai privati e al rimborso dei costi sostenuti dai volontari intervenuti per domare il fuoco”. Le case inghiottite dal rogo e demolite sono quattro. Altre otto hanno subito danni parziali. Tre, tra queste, erano prime case. Gli uffici regionali stimano, sulla base delle rilevazioni satellitari, che per la ricostituzione dei quasi mille e quattrocento ettari bruciati serviranno 8 milioni e mezzo di euro, complessivamente: il fuoco ha percorso in alcuni casi terreni già percorsi dalle fiamme nel 2009 e 2011, dove è rimasta solo cenere e neppure gli scheletri degli alberi. Oltre al bosco ha attaccato anche campi e olivete. “Abbiamo detto che l’avremmo fatto e subito ci siamo mossi in tal senso – ribadisce l’assessore all’agricoltura della Toscana Marco Remaschi – ma dobbiamo rispettare procedure e tempi obbligati, dettati dalla legge e soprattutto lasciare il tempo alle persone coinvolte di verificare e comunicarci in modo puntuale il danno subito. Se poi il governo intende accelerare i tempi e risarcire le categorie danneggiate prima della ricognizione, faccia una decreto, che ci auguriamo sia più veloce di quello per Genova. Lo stato di calamità naturale riguarda solo le aziende agricole e non i privati. Per i danni ai cittadini e alle aziende non agricole serve la dichiarazione di stato di emergenza nazionale, che è cosa diversa, la cui competenza è del presidente del consiglio dei ministri e per cui comunque è necessaria una identica ricognizione anch’essa già in corso dal giorno dopo l’incendio attraverso le amministrazioni comunali interessate”. L’incendio sui Monti Pisani scoppiato il 24 settembre ha distrutto quasi 1400 ettari di bosco e coltivazioni. La procedura per la richiesta di calamità naturale prevede che sul portale Artea, l’azienda regionale per le erogazioni in agricoltura, venga aperta una sezione in cui segnalare i danni. Il termine per presentare le domande scadrà a mezzanotte del 19 ottobre. A quel punto scatterà la ricognizione vera e propria. “Si verificano i danni – annota ancora l’assessore – e se, come pensiamo, il 30 per cento della superficie agricola dell’area interessa ta risulterà danneggiata e la produzione compromessa, allora ci potranno essere i requisiti da parte della Regione per procedere all’inoltro della richiesta di calamità naturale”.