Controlli in un ristorante di Pisa, multe e sequestri di pesce in tutta la Toscana

Circa 25 chili tra orate e mazzancolle tenute in celle frigo e prive di qualsiasi documentazione che ne dimostrasse la provenienza sono state sequestrate dai militari della Guardia costiera di Livorno a un ristorante del centro di Pisa. Il ristoratore è stato anche multato per 1.500 euro. E’ uno degli interventi che hanno portato a sequestri e sanzioni in tutta la Toscana. Sono stati 230 i controlli totali che hanno permesso di rinvenire 80 illeciti e sottoporre a sequestro oltre mille chili di prodotti ittici e 8 attrezzi da pesca.
Sono parte dei risultati di un’operazione a tutto campo, per terra e per mare, eseguita dalla Guardia costiera sul territorio regionale e che in totale ha portato a 82mila euro di sanzioni elevate a carico dei trasgressori delle norme sull’esercizio della pesca e sulla commercializzazione dei prodotti. Numeri che testimoniano l’impegno nell’attività ispettiva condotta sulla filiera della pesca e intensificatasi negli ultimi giorni sotto il coordinamento della Direzione marittima Guardia costiera della Toscana. Attività denominata Cross check, controlli incrociati. Un termine che caratterizza il metodo di lavoro seguito nell’ambito dei controlli dagli ispettori della Guardia costiera, che prevede la verifica sui sistemi informatici delle banche dati relativi alle catture e a quelli della commercializzazione, al fine di valutarne la congruenza ed effettuare attività operative più mirate. Personale e mezzi sono stati impiegati, sia in mare, per la repressione degli illeciti in materia di pesca professionale e sportiva, sia a terra, nelle attività di commercializzazione del pescato.
Le zone interessate dai controlli ricadono nelle provincie di Livorno, Elba compresa, Pisa, Lucca, Pistoia, Massa e Carrara, Prato, Siena e Grosseto. Tra gli illeciti, soprattutto quelli riguardanti l’etichettatura e la tracciabilità dei prodotti ittici, la vendita di specie ittiche sotto taglia minima e altre specie di cui in questo periodo è vietata la pesca e la commercializzazione. Altre sanzioni sono state comminate per la detenzione di merce scaduta.
In un ristorante di cucina etnica nel centro di Livorno , gli ispettori della Guardia costiera hanno ritenuto di coinvolgere il personale sanitario dell’Usl di Livorno per valutare l’emissione di provvedimenti a tutela dell’igiene e della salute pubblica. Sono state rinvenute condizioni igieniche precarie, non compatibili con la preparazione e la somministrazione al pubblico di alimenti, cucina, varie attrezzature, materiali insudiciati e mal tenuti, prodotti congelati e freschi, conservati in maniera inidonea. I controlli congiunti hanno portato al fermo dell’attività. L’operatore è stato sanzionato con un verbale da mille euro. Il titolare del ristorante ha ottemperato in breve tempo alle prescrizioni date dall’Autorità sanitaria ottenendo, successivamente, la revoca del provvedimento.
Aragoste vive sono, poi, state sequestrate dalla Guardia costiera di Livorno in un noto ristorante labronico in località Ardenza. Dal 1 gennaio al 30 aprile, nei mari nazionali, la cattura di questa specie è vietata e di conseguenza anche la commercializzazione. Gli ispettori hanno rinvenuto le aragoste nella cucina di un ristorante labronico pronte per essere somministrate. Facile intuire che fossero state catturate, illegalmente, sui fondali di Livorno. Al ristoratore è stata comminata una sanzione amministrativa da 1.500 euro. Le aragoste sono state rigettate in mare.
Il titolare di un altro ristorante di cucina etnica di Livorno è stato sanzionato per 2mila euro per aver ricongelato calamari già precedentemente scongelati. Il prodotto ittico che sarebbe stato certamente somministrato ai clienti dell’esercizio, sotto forma di spiedini, è stato sequestrato dai militari della Capitaneria livornese.
Il personale della Capitaneria di porto di Livorno e Cecina in un ingrosso alimentare, ha sottoposto a sequestro 400 chili di calamari gamberi e polpi scaduti; ulteriori 300 chili di pesce, presente in magazzino, sono stati trovati privi di documentazione di tracciabilità e l’operatore ispezionato, al quale è stata comminata inoltre una sanzione di 3.500 euro, non ha saputo fornire informazioni relative alla provenienza. La merce non idonea al consumo sarà conferita ad una ditta specializzata per lo smaltimento.
I Militari del locale ufficio marittimo di Cecina hanno inoltre posto sotto osservazione le operazioni di sbarco di diversi pescatori pseudo sportivi al rientro dalle attività di pesca. In una prima occasione, sono state seguite le azioni di un cecinese che al rientro dalla battuta di pesca sbarcava dal proprio natante saraghi, razze, seppie, cicale e una cernia di piccola taglia. Il pescatore di frodo, riposto il pescato in due cassette di polistirolo nella propria autovettura, le consegnava ad un ristorante del centro. I militari della Guardia costiera intervenuti nell’esercizio commerciale hanno posto sotto sequestro l’intero pescato che è stato in parte devoluto ad enti di caritatevoli previa certificazione dell’Asl all’idoneità al consumo e in parte reimmesso in mare. Per 7.500 euro, in totale, di sanzioni inflitte ai responsabili.
Un altro diportista è stato fermato alla foce del fiume Cecina. A bordo è stata rinvenuta una rete a “tremaglio” per una lunghezza totale di mille metri e un secchio in plastica contenente il pescato proveniente da tale pesca con impiego di attrezzi non autorizzati. La rete e l’intero quantitativo delle specie ittiche miste sono stati posti sotto sequestro amministrativo. Al trasgressore è stata comminata una sanzione amministrativa di 1.000 euro. Anche in questo caso, il pescato previa certificazione di idoneità al consumo alimentare umano della locale Autorità sanitaria, è stato ceduto in beneficenza ad enti caritatevoli.
Il personale della Guardia costiera di Castiglioncello e Vada, inoltre, in due ristoranti di Rosignano Solvay e Castiglioncello, ha sottoposto a sequestro amministrativo circa 60 chili di prodotti scaduti e privi di idonea documentazione di tracciabilità. Ai titolari degli esercizi commerciali che non hanno saputo fornire informazioni relative alla provenienza del prodotto ittico sono state comminate sanzioni amministrative per un totale di 6.000 euro.
In un supermercato di Prato gestito da una giovane donna di nazionalità cinese, infine, sono stati sequestrati circa 180 chili di pesce. Pangasio, pesce sciabola, calamari, sono stati rinvenuti in celle frigo riportanti in etichetta scadenze di oltre 8 mesi: 2.000 euro la sanzione inflitta dalla Guardia costiera di Livorno.