Abusi su almeno 4 adolescenti: uno morì nella vendetta

22 marzo 2018 | 12:11
Share0
Abusi su almeno 4 adolescenti: uno morì nella vendetta

Adescava minori da anni. Sceglieva vittime con situazioni di disagio alle spalle per poi costringerli a subire rapporti sessuali ripetuti e continuati. Il 75enne che questa mattina 22 marzo è stato arrestato, residente a Riglione di Pisa, è stato definito dagli inquirenti “predatore seriale”, infatti al momento sono state accertate 4 vittime che hanno raccontato di abusi e rapporti sessuali con lui quando erano ancora minorenni.

Ma non si esclude che possano esserci altri ragazzi finiti nella rete che tesseva il pedofilo. Infatti gli inquirenti esortano chiunque sappia o sia stato vittima a denunciare i fatti. L’uomo, ex operaio, in passato aveva gravitato nel mondo del calcio giovanile. Adescava le sue vittime tra minori di origine straniera che vivevano condizioni di marginalità. L’ordinanza di custodia in carcere è stata eseguita da personale della squadra mobile della Questura di Pisa ed emessa del Gip del tribunale di Pisa Giulio Cesare Cipoletta.
L’attività investigativa era già nata nell’ambito di un procedimento penale della locale Procura per i reati di violenza sessuale e prostituzione minorile avviato da una denuncia resa da un giovane cittadino marocchino per fatti avvenuti quando era ancora minorenne, denuncia che è apparsa oltremodo fondata sulla base delle risultanze investigative. Le indagini hanno permesso di individuare altri ragazzi che avevano subito la stessa sorte. In particolare, due di loro avevano deciso di vendicarsi incendiando l’autovettura dell’uomo, che per anni era stata il teatro delle violenze sessuali (Auto in fiamme a Riglione). Durante la fuga, però, uno dei due ragazzi era stato investito dal treno in corsa mentre fuggiva a pochi metri dal luogo dell’incendio (Investito dal treno a Riglione, traffico ferroviario in ritardo). Questo ha indirizzato le indagini in maniera serrata e ha consentito di acquisire non solo prove per i fatti reato avvenuti in passato, ma di individuare alcune vittime attuali della spregevole condotta dell’indagato, in particolare minori di etnia rom e nord africana. L’uomo, difatti, da tempo gravitante negli ambienti delle squadre giovanili di calcio locali, avvicinava le giovanissime vittime, millantando di avere contatti influenti con squadre di calcio di serie A e carpendo la loro fiducia di fatto li soggiogava ai suoi voleri.
È apparso evidente come l’indagato individuasse, quali vittime, minori che non erano sotto il diretto controllo delle famiglie, di cui agevolmente riuscisse ad ottenere la fiducia, facendo leva sui sogni e le aspirazioni di una carriera calcistica, in tal modo isolandoli. I minori erano accomunati da caratteristiche sociali ed economiche come il disagio, l’emarginazione e il bisogno di denari, e l’indagato li spingeva a sopportare riprovevoli condotte di abuso, prospettando loro un futuro nel mondo del calcio e comunque nell’attesa li accontentava anche solo con qualche sigaretta, un gelato o pochi euro.