Tragedia in un cantiere navale, 39enne muore dopo la caduta dal ponteggio

Tragedia in un cantiere navale della Darsena pisana un uomo di 39 anni di Cascina ha perso la vita precipidando da oltre 10 metri di altezza. Il ponteggio su cui stava lavorando si è rivelato fatale per l’operaio, Alessandro Colombini.
L’uomo stava lavoranto all’interno del cantiere navale Steven Stars, in via Aurelia Sud nella Darsena pisana. L’incidente è accaduto nella notte appena trascorsa, tra il 13 e il 14 febbraio intorno alle 2,30, quando l’operaio ha fatto un volo da un’altezza di circa 14 metri riportando lesioni gravissime. Quando i soccorsi della Asl e della Misericordia di Pisa sono arrivati per lui c’era poco da fare. L’uomo, 39 anni risiedeva a Cascina ed era il figlio del titolare della ditta che stava operando nel cantiere. Lascia la moglie e una figlia piccola.
Il cantiere è stato posto sotto sequestro dal magistrato di turno e sono in corso gli accertamenti del caso. La ditta che aveva montato i ponteggi è diversa da quella che operava nel cantiere.
“Ancora un morto sul lavoro – ha detto Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana -, una giovane vita spezzata nel cantiere Seven Stars a Navicelli di Pisa a seguito di una caduta da un ponteggio. Gli infortuni sul lavoro e le morti bianche non sono mai frutto del caso e la cantieristica resta uno dei settori più gravemente a rischio, soprattutto per la presenza di appalti e sub appalti spesso definiti nell’ottica del risparmio e che poi si traducono in peggiori condizioni per i lavoratori. I datori di lavoro hanno gravi responsabilità per la mancata applicazione delle norme di sicurezza. Chiediamo che sia fatta piena luce su quanto accaduto e vengano accertate tutte le responsabilità. Abbiamo denunciato più volte che la Nautica in Toscana risente di uno sviluppo distorto e che le concessioni debbano essere rilasciate solo a seguito di precisi impegni e garanzie sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e dei diritti fondamentali dei lavoratori. Sul rilascio delle concessioni chiamiamo a risponderne tutte le istituzioni ai vari livelli ad iniziare dalla regione Toscana. Per quanto ci riguarda, come Fiom, avvieremo una propria e vera vertenza Nautica Toscana perché questo sviluppo fondato spesso sull’arretramento delle condizioni dei lavoratori é ingiusto ed inaccettabile. È intollerabile che in un Paese civile si continui a morire di lavoro e avvengano gravi incidenti per l’aggiramento o il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Lotteremo e ci batteremo affinché venga restituito al lavoro ed ai lavoratori tutto il rispetto, il valore e la dignità che meritano”.
Cordoglio anche dalla Regione. “Il presidente della giunta e tutta la Regione Toscana si stringono intorno alla famiglia di Alessandro Colombini. Nell’esprimere le condoglianze alla famiglia il presidente della Regione sottolinea che purtroppo la lista degli infortuni mortali si allunghi ancora una volta e ribadisce che è inaccettabile morire di lavoro, sul lavoro. L’impegno per la sicurezza e la diffusione di una cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, ha aggiunto, deve essere intensificato. E questo è un compito che spetta sia alle istituzioni sia a tutti gli altri soggetti del mondo produttivo”.
Il presidente ha ricordato che la Regione ha messo in campo risorse ingenti e anche uomini e mezzi per arrestare la piaga delle morti sul lavoro. Ma questo non basta. La mortalità ha raggiunto una nuova soglia di cronicità. Occorre un nuovo patto tra capitale e lavoro per mettere al centro la vita e la sicurezza delle persone. La crisi ha intensificato lo sfruttamento del lavoro e ha spinto alla deregolazione delle tutele. Conquiste che sembravano acquisite per sempre non lo sono più. La distanza tra i principi della Costituzione e le condizioni materiali del lavoro è sempre più grande. Questo ci riempie di dolore e sofferenza. Serve però trasformare questa emergenza, come in altre circostanze è avvenuto, in un nuovo punto di partenza per una nuova stagione dei diritti dei lavoratori.
Cordoglio anche da Lucia Ciampi e Stefano Ceccanti, candidati alla Camera nel collegio di Pisa: “Il drammatico episodio di questa notte, costato la vita a un lavoratore di 39 anni, ci lascia sgomenti e ci stringiamo con affetto alla famiglia e ai compagni di lavoro di Alessandro Colombini. Non si può e non si deve morire per lavorare e dobbiamo sentirci impegnati, a tutti i livelli e ciascuno secondo le proprie competenze, a non abbassare mai di un centimetro la guardia su questo tema. Diritto alla salute e diritto al lavoro sono sanciti dalla Costituzione e per questa ragione lavoreremo e ci impegneremo ogni giorno perché la sicurezza sia garantita in tutti i luoghi di lavoro e sia vista come un investimento, non come un costo”. Per il deputato pisano Paolo Fontanelli, Questore della Camera dei deputati: “Di fronte ad una tragedia del genere provo forti dolore e rabbia, siamo di fronte all’ennesimo caso di incidente sul lavoro: morire mentre si lavora è una cosa inaccettabile. Serve fare piena luce su questa disgrazia e accertare le responsabilità”. E’ arrivato l’intervento anche del segretario del Pd provinciale Massimiliano Sonetti: “Di fronte a un fatto tragico di questa portata ogni parola è superflua. Ciò che occorre fare, ogni giorno, è impegnarsi per garantire a tutti i lavoratori del nostro Paese condizioni sicure per svolgere le loro mansioni, non importa di che tipo. Nella società che siamo chiamati a costruire non si deve morire di lavoro. Le più sentite condoglianze alla famiglia di Alessandro Colombini”. I candidati di Potere al popolo Valdera Rovini Maurizio, di Pisa Walter Lorenzi e Livorno Giovanni Ceraolo esprimono la condanna: “Un altro morto sul lavoro. Uno di noi. Vittima dei tagli ai controlli, dell’allargamento delle maglie delle responsabilità, della tacita minaccia che se uno alza la testa per protestare per la sicurezza rischia il posto di lavoro. In un cantiere nel quale pochi mesi fa un altro operaio viareggino perse la vita. Chi pagherà per questo, due morti in pochi mesi non vi sembrano troppi?”