Trapianto di fegato record a Pisa: combinate procedure innovative

5 febbraio 2018 | 19:40
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Trapianto di fegato record a Pisa: combinate procedure innovative

Si tratta del primo intervento di questo tipo mai realizzato in ambito internazionale. Il trapianto di fegato eseguito all’Aoup di Pisa, infatti, combina due diverse procedure: da donatore a cuore non battente mediante utilizzo del sistema di perfusione normotermica.

Altri centri italiani ed esteri hanno infatti realizzato trapianti di fegato da donatore a cuore non battente, ma nessuno aveva finora usato la combinazione delle due procedure, ossia anche la perfusione normotermica. Il programma regionale di trapianto di organi da donatore a cuore non battente era stato avviato sul finire del 2016 e aveva visto la realizzazione solo di trapianti di rene. Nel 2017 però la macchina organizzativa del Centro trapianti di fegato ha lavorato alla realizzazione della perfusione normotermica del fegato, un’innovativa tecnica che consente di perfondere l’organo del donatore dopo il prelievo con sangue e nutrienti e prim’ancora che sia trapiantato nel ricevente. Così, dopo aver eseguito 14 procedure con questo tipo di perfusione, l’équipe dell’Aoup l’ha applicata ieri per la prima volta alla donazione del fegato da un donatore a cuore non battente. Lo scopo di combinare la perfusione normotermica al trapianto da DCD è di migliorare le condizioni del fegato e di “testarlo” prima che sia trapiantato, valutandone la qualità. Così, nella serata di sabato 3 febbraio, all’Aou di Careggi si è reso disponibile un donatore. Sono immediatamente partite le procedure di segnalazione, l’attivazione dell’équipe di coordinamento infermieristico aziendale guidata da Juri Ducci e l’allerta dell’équipe di prelievo composta da Davide Ghinolfi e da Emanuele Balzano. Dopo aver prelevato il fegato, l’organo è stato riportato a Pisa dove è stato sottoposto a circa 3 ore di perfusione normotermica prima di essere trapiantato. La perfusione normotermica è stata realizzata dai dottori Davide Ghinolfi ed Erjon Rreka in collaborazione con Elisa Lodi. La procedura di trapianto è stata eseguita da Paolo De Simone assistito dai dottori Nicolò Roffi e Marina Lucchesi, con l’assistenza anestesiologica fornita dal dottori Luca Meacci, Alicia Spelta e Lucia Bindi. Del trapianto ha beneficiato un paziente toscano in lista al Centro trapianti dell’Aoup da circa 2 mesi.
Questo intervento apre la strada all’attivazione su grande scala del programma DCD regionale con la prospettiva di offrire una soluzione terapeutica a pazienti in attesa di un fegato. Il risultato raggiunto rappresenta lo sforzo collettivo di una macchina organizzativa aziendale complessa ed efficiente, che ha visto impegnati circa 200 professionisti tra chirurghi, medici, anestesisti, infermieri e tecnici, insieme a tutti gli altri servizi aziendali. Tutti hanno lavorato senza sosta per la realizzazione della prima procedura e per l’attivazione del programma.