Caritas, povertà in aumento. Un terzo è italiano

28 dicembre 2017 | 17:40
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Caritas, povertà in aumento. Un terzo è italiano

Sono state 1623 le persone sotto la soglia minima della povertà incontrate dalla Caritas pisana nel 2016. E’ quanto emerge dal rapporto Caritas presentato oggi (28 dicembre) e secondo il quale nell’ultimo decennio la quota di italiani “è triplicata”. Il 35,8% dei poveri seguiti è italiano e il 64,2% di origine straniera: 872 sono uomini (53,7%) e 751 le donne (46,3%). L’età media delle persone incontrate è di 51 anni per gli italiani e 39,5 anni per gli stranieri. Più di un terzo del totale, secondo il rapporto, sono da considerarsi “nuovi poveri”, ossia persone che si sono rivolte per la prima volta a un centro Caritas nel 2016 (607, il 37,4 per cento): 213 sono italiani (35,1%) e 394 stranieri (64,9%) dei quali il 38,9% si trova in Italia da più di 4 anni”.

Caritas sottolinea anche che la “marginalità abitativa” a Pisa riguarda almeno 300 persone che si arrangiano a dormire in una baracca, una roulotte o un vecchio rudere occupato, ma più spesso una panchina, un porticato o l’androne di qualche palazzo. Il “sistema-Caritas” a Pisa nel 2016, secondo il rapporto, ha distribuito servizi autofinanziati per un valore complessivo di 950 mila euro tra la Cittadella della solidarietà (l’emporio per i poveri) con un
valore complessivo di 644mila euro, le mense (169mila euro), i pacchi spesa (88mila) e le docce (11mila).
“La povertà – ha concluso l’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto – si sta spostando dalle periferie al centro delle città, spesso rimaste vuote e prive di residenti e gli spazi rimasti vuoti progressivamente si degradano fino a diventare zone franche nelle quali cessano le relazioni corte tra le famiglie e in cui la stessa comunità cristiana fa grande fatica a esprimersi perché ridotta spesso a una comunità di anziani. Non si può pensare di affrontare in maniera adeguata le sfide delle nuove povertà se non si ritorna a proposte educative serie che siano capaci di rilanciare la bellezza delle relazioni interpersonali e sociali e che aiutino a dare senso e vigore a una vita comunitaria che contrasti l”attuale individualismo imperante”.