Reclutate come schiave del sesso, un fermo a Pisa per il traffico di esseri umani

Associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani da destinare allo sfruttamento sessuale e con evidente pericolo per la sopravvivenza. E’ questa la pesante accusa con la quale è stato eseguito dalla squadra mobile della Polizia di Ragusa con la collaborazione di quelle di Livorno e Pisa, un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania nei confronti di due uomini: uno di 48 anni nato a Benin City, l’altro di 32 in Nigeria. Tra i destinatari del fermo c’è anche una donna, per ora irreperibile, che si occupava di avviare le donne al “mestiere”.
Era stato uno sbarco a smuovere le indagini, a Pozzallo (Ragusa), il 29 marzo 2016: grazie anche alla segnalazione degli esperti dell’International Organization for Migration, furono individuate alcune giovanissime vittime di tratta. Una riferì agli investigatori tutti i dettagli del viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, del suo reclutamento nel paese d’origine, dell’impegno a pagare 35mila euro a chi la aspettava in Italia e alle cui dipendenze avrebbe lavorato. Racconti e storie che portano a individuare un gruppo di persone, una delle quali si vanta di fare quell’attività almeno dal ’99. Diciotto anni di schiave del sesso, trasportate su imbarcazioni di fortuna a cavallo del Mediterraneo. Offrendo un servizio completo di reclutamento e consegna, fino allo sfruttatore finale.
I due sono indiziati per associazione finalizzata al traffico di esseri umani, tratta di esseri umani, con le aggravanti della transnazionalità, di avere esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate su barchette senza dotazioni di sicurezza e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento sessuale per di più favorendo l’immigrazione clandestina. I gip competenti hanno convalidato il fermo e applicato la misura cautelare della custodia in carcere.