Sgominato clan dello spaccio, avevano acquistato un bar a Pisa

22 marzo 2017 | 12:28
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Sgominato clan dello spaccio, avevano acquistato un bar a Pisa

Avevano allestito un centro di raffinazione della droga dentro il garage, senza esitare ad “allungare” lo stupefacente con medicinali di largo consumo o con sostanze anabolizzanti pur di aumentare i profitti.

È quanto è stato accertato la squadra mobile di Livorno che, in collaborazione con i colleghi di Parma, ha sgominato un clan albanese di stampo familiare che gestiva un traffico di eroina e cocaina tra Toscana ed Emilia. L’operazione ha portato all’esecuzione di 9 misure di custodia cautelare in carcere. La base operativa dell’organizzazione sarebbe stata Parma, mentre Livorno era la città scelta per espandere gli affari anche in Toscana. Al vertice del gruppo criminale, due fratelli, Shelzen e Kastriot Kasase.
I pusher, secondo quanto spiegato, si rifornivano direttamente a Livorno per poi effettuare le consegne agli spacciatori, per lo più nordafricani. Il clan era strutturato come una vera e propria azienda: gli spacciatori di fiducia, fatti arrivare direttamente dall’Albania, venivano stipendiati con circa 1.500 euro al mese e venivano forniti loro anche alloggio e mezzi, auto e moto, con i quali spostarsi. L’organizzazione disponeva anche di case a Livorno e a Pisa. Il fatturato del clan, si spiega ancora in una nota, “si avvicinava molto al fatturato di un clan camorristico, con un giro d’affari stimato di almeno mezzo milione di euro l’anno: lo dimostrano i sequestri di denaro contante effettuati nel corso dell’indagine e il tenore di vita dei due fratelli Kasa, proprietari in Italia e in Albania di immobili ed esercizi commerciali: nella sola ”piazza” di Livorno gli introiti si aggiravano intorno ai 50mila euro a settimana”.
A Parma, hanno ricostruito gli inquirenti, uno dei fratelli Kasa ha acquistato due appartamenti mentre a Pisa aveva acquisito un bar: operazioni che servivano a riciclare i proventi del traffico illecito in attività legali. In Albania la loro famiglia vive nel lusso.
Le indagini hanno ricostruito anche tutti i passaggi del riciclaggio di denaro, che avveniva utilizzando ignari autisti degli autobus di linea che effettuano il servizio trasporto viaggiatori tra Italia e Albania: venivano loro consegnate buste sigillate con denaro contante da reinvestire in patria.