Bonifica, nel Cuoio bollette più leggere: le paga il Padule

La filosofia di base è semplice: far pagare a ciascuno l’effettivo beneficio che riceve sul proprio territorio, abolendo le quote fisse che fino ad oggi permettevano ad alcune zone di beneficiare dei contributi pagati da altri. A stabilirlo sono le nuove linee guida dettate dalla Regione per il contributo di bonifica, entrate in vigore con le cartelle 2016 che stanno arrivando nelle case dei cittadini proprio in questi giorni. Il risultato è una vera e propria rivoluzione, con una redistribuzione del tributo che sta generando risparmi per alcuni e stangate per altri, a seconda delle rispettive ubicazioni.
Uno dei casi più singolari è quello del comune di Fucecchio, dove alla riduzione media del contributo nel capoluogo corrispondono tariffe più alte per le frazioni che ‘scaricano’ in Padule, in linea con quanto avviene nei comuni della Valdinievole. Ma qualcosa di simile avviene anche nei comuni della Valdera, dove molti dei proprietari che ricadono nell’ex Consorzio Fiumi e Fossi si trovano adesso un contributo più salato.
Una situazione che in alcune zone sta generando malumori e proteste, specialmente nelle aree dove le novità volute dalla Regione stanno producendo effetti al rialzo. “Per i Consorzio di Bonifica si tratta comunque di un’operazione a pareggio: per uno che paga di più c’è sicuramente qualcuno che paga di meno. Invito quindi chi ha avuto una diminuzione ad alzare la mano, perché vi assicuro che ce ne sono parecchi” afferma Marco Monaco, presidente del Consorzio di Bonifica del Basso Valdarno, che ha riunito al proprio interno l’ex Fiumi e Fossi di Pisa, il Consorzio di bonifica della Valdera e il Consorzio del Padule di Fucecchio. “Le linee guida regionali – spiega Monaco – sono pensate per equiparare il contributo della bonifica a livello toscano, dopo l’accorpamento di 13 Consorzi e 13 Comunità montane in soli 6 enti di Bonifica. I loro effetti, quindi, cambiano a seconda del sistema che i vecchi consorzi applicavano prima nei rispettivi territori.
Ex Consorzio Valdera: tariffe mediamente stabili
Per quanto riguarda l’ex Consorzio della Valdera, di cui fanno parte anche i comuni della sponda sud del Valdarno (San Miniato e Montopoli) gli scostamenti sono minimi, “perché – spiega Monaco – la Valdera applicava un ‘piano di classifica’ abbastanza recente, risalente al 2006, e non prevedeva l’applicazione di quote fisse che sono state abolite dalla Regione. Pertanto la situazione è mediamente stabile”.
Ex Fiumi e Fossi: stangata per i proprietari pisani
Gli effetti maggiori riguardano invece l’area pisana, l’ex Consorzio Fiumi e Fossi, che dalla costa raggiunge il versante ovest della Valdera. “Qui il ‘piano di classifica’ era ancora fermo al 1972 – spiega Monaco – e il contributo di bonifica ricadeva quasi interamente sui proprietari dei terreni. Le linee guida regionali, invece, hanno spalmato il contributo anche sui proprietari degli immobili: ci sono quindi agricoltori che hanno avuto una diminuzione importante, che è ricaduta adesso sulle spalle dei proprietari di immobili. Ci sono poi alcune zone che fino ad oggi non pagavano niente o quasi, come i Navicelli, Cisanello e gli stabilimenti balneari, che adesso sono chiamare a versare il contributo”.
Ex Padule di Fucecchio: conto salato in Valdinievole, 300mila euro in meno per i contribuenti del Cuoio
Singolare, invece, la situazione dell’ex Consorzio del Padule di Fucecchio, di cui fanno parte grosso modo i comuni della Valdinievole insieme ai centri della sponda nord del comprensorio del Cuoio, da Fucecchio fino alla foce di Usciana nel comune di Santa Maria a Monte. In questo caso, il vecchio consorzio applicava una quota fissa per tutti di 10,33 euro, suddividendo l’area in due ‘centri di conto’: uno denominato ‘Valdinievole Nord’ di cui facevano parte tutte le aree che afferiscono al Padule di Fucecchio, ed uno denominato ‘Valdinievole Sud’, in cui rientrano invece le zone che guardano l’Arno, come il capoluogo stesso di Fucecchio, alcune frazioni di Cerreto Guidi, insieme ovviamente a Santa Croce, Castelfranco e Santa Maria a Monte. “Questo sistema – spiega Monaco – faceva sì che la quota fissa versata dai contribuenti del Valdarno fosse impiegata per coprire gli interventi nell’area del Padule: in sostanza, il Valdarno pagava ogni anno circa 300mila euro che andavano a sostenere i lavori in Valdinievole o nelle frazioni delle Cerbaie rivolte verso il Padule. Adesso, in virtù delle linee guida regionali, questi stessi 300mila euro vengono spalmati proprio tra gli abitanti delle aree che beneficiano degli interventi”. Il risultato, alla fine, sono cartelle più pesanti per i contribuenti della Valdinievole, ma anche per gli abitanti di frazioni come Torre e Massarella, a cui fa da contraltare una diminuzione nel capoluogo fucecchiese. “In generale la zona del Cuoio paga sicuramente meno – afferma Monaco -. Se poi ci sono casi di singoli contribuenti che hanno avuto un aumento questo dipende dall’ubicazione della morfologia del territorio”.
Giacomo Pelfer