Empoli e quell’ospedale “costruito e ricostruito”. Il punto di Ferraro

24 ottobre 2016 | 18:02
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Empoli e quell’ospedale “costruito e ricostruito”. Il punto di Ferraro
Empoli e quell’ospedale “costruito e ricostruito”. Il punto di Ferraro
Empoli e quell’ospedale “costruito e ricostruito”. Il punto di Ferraro

“La ristrutturazione o ricostruzione sarebbe dovuta terminare circa due anni fa, ma al momento il fine lavori sembra essere lontano. Continua così il faticoso cammino di una struttura ospedaliera che doveva essere il fiore all’occhiello della sanità toscana”. Roberto Ferraro, responsabile per il comprensorio del cuoio di Idea, ripercorre la storia dell’ospedale San Giuseppe di Empoli e di quei lavori “fermi da alcuni mesi”.

“L’ospedale di Empoli – spiega -, nacque con l’obiettivo di essere il punto di riferimento ospedaliero di un vasto territorio della Toscana centrale. Un ospedale con grandi ambizioni, ma nato male e cresciuto peggio come dimostra la sua storia. Il San Giuseppe, probabilmente unico ospedale al mondo costruito a pochi centimetri dal greto di un fiume, da subito ha mostrato problematicità. Il blocco E per anni è rimasto incompiuto e per anni i cittadini hanno goduto della vista di un grigio rudere di cemento utile solo alla nidificazione dei piccioni. Non si è mai compresa la ragione per la quale l’edificio non venne terminato, anche se alcuni maligni collegano la decennale interruzione dei lavori alla estrema vicinanza della struttura al fiume e quindi ad una sua problematica stabilità. Nelle vicinanze fu anche costruito un grosso impianto per la produzione di energia solare costato un bel gruzzolo di soldi e mai entrato in funzione, recentemente smantellato e sostituito con altro impianto fotovoltaico, questa volta funzionante. Poco tempo fa hanno preso avvio imponenti lavori di ristrutturazione o ricostruzione dell’intero ospedale San Giuseppe. Il blocco E ha cessato di fungere da albergo per piccioni ed è stato oggetto di un significativo recupero strutturale e funzionale. Quindi nell’arco di dieci anni il padiglione E è stato costruito due volte e cambiato di destinazione. Come l’impianto fotovoltaico adiacente. Non migliore destino ha avuto il padiglione H. L’imponente immobile è stato oggetto di altrettante imponenti opere di ristrutturazione. Da quanto si è potuto apprendere dalla stampa sono state rinforzate le basi della struttura ed è stato realizzato l’adeguamento sismico, oltre ad altri interventi funzionali, con un costo complessivo di oltre 27 milioni. Il risultato finale degli ingenti lavori è stato che il vecchio edificio risulta incassato in una imponente gabbia costituita da 10 mastodontici piloni di cemento armato tra loro collegati da altrettanto imponenti travi di acciaio. Il risultato finale è quello di una immensa orribile gabbia di cemento e acciaio che tiene in piedi il vecchio padiglione ospedaliero. In molti si sono domandati se questa mastodontica gabbia sarebbe stata necessaria se l’edificio fosse stato costruito in un’area distante dal fiume e comunque se non fosse stato meglio, considerata la ingente spesa di ristrutturazione, costruire ex novo l’edificio, magari non a ridosso del fiume. Comunque sia anche questo padiglione in sostanza è stato costruito e ricostruito. Questa è la martoriata storia dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, ma considerata la volatilità delle decisioni della Regione toscana in campo sanitario, non ci sarebbe da meravigliarsi se fra qualche mese l’Autorità regionale dovesse decidere di percorrere altre strade con altri obiettivi, magari ipotizzando un rimescolamento delle funzioni dei vari plessi ospedalieri esistenti oltreché la costruzione di altri edifici ospedalieri in altre località, rottamando l’attuale San Giuseppe. Gli eventuali maggiori costi derivanti dalle nuove “strategie” potranno sempre essere coperti da un ritocchino in su dei tiket e da un ritocchino in giù dei periodi di degenza (ovviamente quale conseguenza diretta di un efficientamento dei reparti ospedalieri)”.