Pesatura puntuale ed equità. Geofor verso gestore unico

17 luglio 2016 | 12:25
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Pesatura puntuale ed equità. Geofor verso gestore unico
Pesatura puntuale ed equità. Geofor verso gestore unico
Pesatura puntuale ed equità. Geofor verso gestore unico

Situazione migliorabile quella della raccolta nei comuni del bacino Geofor, ma che nel complesso delineano un’azienda fra le più forti nel panorama del futuro gestore unico della raccolta porta a porta, che comprenderà tutte le realtà dell’Ato Toscana Costa. Una fotografia della situazione attuale, fra criticità e punte d’eccellenza in questa fase di transizione nella gestione del servizio, che abbiamo estrapolato a partire da un’intervista al presidente della Geofor Paolo Marconcini.

Da tante aziende ad una sola: Rete Ambiente. A che punto siamo con il gestore unico?

Siamo quasi arrivati all’ultimo capitolo in vista della gara. Dopo esserci la manifestazione d’interesse e dopo il dialogo competitivo, la fase si è conclusa e adesso all’Ato predispongono le carte per indire la gara vera e propria. A inizio anno sono già entrate in Rete Ambiente quattro società: Geofor, l’Esa dell’Isola D’Elba, l’Ascit di Capannori e l’Ersu della Lunigiana; ora sono entrate anche la Rea di Rosignano e devono effettuare lo stesso passaggio l’Amia di Carrara e l’Asmiu di Massa fra luglio e agosto. La base sarebbe pronta se non fosse che impatta con la situazione di Livorno e la sensazione dei più è che si stia aspettando che si sblocchi quella situazione. In quest’ultimo mese c’è stato un pronunciamento esplicito di Regione Toscana ed Ato Toscana Costa che ha ribadito il fatto che la legge sui rifiuti prevede un gestore unico e la sua selezione trasparente: nessuno può restarne fuori da questo percorso. In attesa che la situazione evolva una delle opzioni potrebbe essere prendere atto della situazione di Livorno con tanto di delibera in modo che i concorrenti che vogliono partecipare siano a conoscenza che c’è quel nodo da sciogliere. Sta di fatto che nessuno di noi al momento conosce, ad esempio, il bilancio dell’Anps; mentre tutte le altre aziende che sono entrare in Rete Ambiente sono state periziate, l’azienda livornese non ha fatto questo passaggio in quanto non ha presentato un bilancio. Staremo a vedere.

In tutto questo processo quale è o può essere il ruolo di Geofor?

Geofor si presenta lealmente come hanno fatto tutte le altre. Potrebbe, mi spiego, essere un controsenso parlare ancora di Geofor, in quanto quando la gara arriverà nella sua fase conclusiva tutte le aziende saranno fuse nel nuovo gestore. Non ci sarà più quindi la situazione attuale, in cui tutte le aziende, separatamente, hanno come unico socio Rete Ambiente: ci sarà semplicemente Rete Ambiente. Geofor sarà parte di questo. Quanto a infrastrutture siamo un’azienda che porta un esperienza importante: siamo la realtà più forte numericamente, con un’esperienza consolidata, un bilancio ed una situazione aziendale sana, un bilancio che da cinque anni è in utile. Portiamo inoltre due cose: una situazione per cui su 24 comuni e 380mila abitanti serviti la media di raccolta differenziata è del 60%, con comuni che toccano punte del 70-80%. E in tutti i comuni serviti, tranne Crespina e Lorenzana, si stanno applicando i migliori sistemi per implementare (cassonetti intelligenti compresi) un servizi che adesso si deve consolidare e puntare al meglio. Ci stiamo poi allargando anche sul fronte del servizio a tutte quelle realtà che ancora erano in qualche modo rimaste indietro. Anche Crespina e Lorenzana adesso ci chiedono preventivi per la realizzazione del porta a porta, stessa cosa avviene a Capannoli e stiamo lavorando anche per il comune di Palaia, per il quale elaboriamo in questo periodo dei preventivi. Abbiamo tutte le carte in regola, in pratica, e ci stiamo avvicinando come area a quel fatidico 65% di differenziata previsto per legge.

Fra i punti di forza immagino vi siano anche le esperienze di Calcinaia ed le nuove infrastrutture in arrivo per il trattamento dell’organico.

A Calcinaia va avanti e con buoni riscontri l’esperimento della pesatura puntuale, rincorrendo nei fatti quelle che sono le esperienze più avanzate dell’intero bacino dell’Ato, come Capannori, a cui va dato atto di essere stato il primo comune ad andare in quella direzione. L’idea è quella di elaborare a Calcinaia un vero e proprio prototipo da offrire poi a tutti i comuni, per una maggiore equità nel calcolo della tariffa ma anche per abbattere ulteriormente la produzione pro-capite di rifiuti. Altro punto d’eccellenza è il percorso avviato verso la costruzione del nuovo imptianto di trattamento anaerobico del rifiuto organico. Il 20 luglio abbiamo l’ultima conferenza dei servizi a Livorno con la Regione Toscana, alla quale ci presenteremo dopo aver risposto a tutte le prescrizioni. Dopodichè si andrà credo ad autorizzazione. Un impianto da 44mila tonnellate, il primo anaerobico ed aerobico in Toscana, che da qui alla fine dell’anno manderà in pensione le vecchie strutture, permettendoci di rispondere meglio alle esigenze del bacino e, al tempo stesso, di produrre energia ed ammendanti agricoli. Una prospettiva che in futuro potrebbe ampliarsi con la produzione di biogas e metano per i veicoli pubblici e via dicendo: tutte cose che saranno portate a conclusione dal nuovo gestore, al quale, in più, lasciamo tutte le altre strutture, le piattaforme ed il resto: un lascito importante.

E poi, gli inceneritori…

L’Ato ed il gestore futuro dovranno poi decidere cosa fare anche su quel fronte. Dovranno decidere il futuro degli impianti di Livorno e Ospedaletto. Nel 2018 ci dovrà essere un pronunciamento definitivo: ristrutturare i due impianti costruendo la terza linea a Livorno e ammodernando Pisa o realizzare un impianto nuovo chiudendo i vecchi. Quest’ultima sarebbe, a mio modesto modo di vedere, la soluzione migliore. Si tratta di impianti necessari, che non possono essere eliminati del tutto, ma se proprio li dobbiamo costruire, allora devono essere ben tarati sulle quantità da trattare, né pochi né troppi, ma novi e tecnologicamente avanzati. Questo per trattare alcuni rifiuti urbani ma soprattutto per il trattamento di quelli speciali, che spesso ci scordiamo di considerare tutte le volte che parliamo di rifiuti. Si pensi, ad esempio, a rifiuti molto pericolosi come quelli ospedalieri: sono da bruciare. Certo, il gestore puù anche decidere di tornare alla politica delle discariche, ma secondo me sarebbe un errore e uno spreco di risorse.

Tornando al gestore unico: quanto sono fondate le paure di chi paventa aumenti delle tariffe?

Difficile dirlo, ma una cosa è certa: abbattere la produzione pro capite di rifiuti porta a sicuri benefici su quel fronte. Anche noi al momento, come bacino Geofor, abbiamo una situazione a macchia di leopardo. Se guardo ed esempio il bilancio del 2015 ci sono comuni come Calci, Calcinaia, Cascina e San Miniato dove facciamo il servizio interamente (compreso lo spazzamento) e come costi a persona siamo competitivi addirittura con le realtà del Nord Italia, molto più avanzate di noi. Se si considera che in quelle realtà la media della spesa per persona è di 213 euro, questi comuni appena citati sono in linea: 169 a Calci, 173 a Calcinaia, 153 a Cascina 153, 189 a San Miniato. Il Centro Italia ad esempio è messo peggio, con una media di 233 euro.

Dopodiché abbiamo invece situazioni da risanare a Pisa, dove siamo sopra la media del Centro Italia, e Pontedera, ancora oltre la media regionale. Molto però si lega alla quantità di rifiuti prodotti. Nelle realtà in cui siamo attivi da tempo col porta a porta e abbiamo abbattuto la quantità pro capite di rifiuti prodotti il costo è diminuito. A Calci, ad esempio, al momento è di 445 kg per persona all’anno, a Calcinaia siamo a 489, a Cascina a 394 e a San Miniato siamo 567, considerando però che in quest’ultima realtà nel 2016 vi saranno dei risultati migliori, dopo l’abolizione delle campane per il multimateriale leggero. E intanto Pisa è sopra 700. Cosa voglio dire con questo? Che non è facile determinare se davvero riusciamo a contenere i costi e migliorare il servizio. La nostra esperienza ci dice che c’è sempre una fase in cui aumentano i servizi e quindi i costi vanno di pari passo, per andare poi progressivamente a calare in un secondo momento. Raccogliere in maniera indifferenziata, evitando quindi il porta a porta, però costa e costerà sempre di più, con le leggi in vigore. Compito del nuovo gestore sarà ovviamente quello di amalgamare tutto questo a livello di Ato: si troverà situazioni avanzate nella piana di Lucca ed in quella di Pisa, meno avanzate invece all’Elba, a Rosignano, Massa e Carrara. Il gestore dovrà mettere tutto al pari, nelle prospettiva auspicabile di livellare verso il basso i costi e migliorare il servizio. Quello però che mi chiedo è questo: che alternative abbiamo? Certe volte mi fa sorridere chi ha la pretesa di fare da sé e fare meglio. Ogni comune dovrebbe quindi munirsi di una piccola discarica? Di una piccola Revet o un piccolo impianto di compostaggio? Penso al sud della Toscana e ad alcuni comuni che fino a poco fa erano al 35% di differenziata e speravano di arrivare al 70% spendendo meno. Capisco la volontà di difendere le tasche dei cittadini, che fa loro onore, ma non è sempre possibile pretendere questo. Piuttosto credo si debba puntare a spendere poco e bene. Se devo spendere preferisco farlo verso l’economia verde e circolare, a favore della difesa dell’ambiente . Trovare, quello si, un modo diverso per costruire la tariffa, che oggi è calcolata secondo criteri che non sono equi: io posso avere una casa enorme, vivendoci da solo e producendo pochi rifiuti, ma continuerò a pagare di più di una famiglia di tre persone che vive in un piccolo appartamento e produce più rifiuti di me.

Si va verso l’omogeneizzazione anche delle regole per la costruzione della tariffa?

Spero di si. Ma si va verso soprattutto la pesatura puntuale del rifiuto, dove più rifiuti produci e più paghi.

In tutto questo persistono in alcune zone del bacino problemi legati ancora alle modalità di differenziazione, a Cascina per esempio non hanno qualche problema sul fronte dei condomini?

Cascina per noi fu una delle prime grandi sfide. Partimmo con il primo porta a porta in una cittadina di 40mila abitanti, certo non uno scherzo. In quell’occasione come sempre proponemmo all’amministrazione una soluzione di tipo differenziato per i condomini, che nel cascinese sono una realtà importante. Ma di fronte al piglio dell’amministrazione alla fine assegnammo a tutti i mastelli piccoli. Col tempo, poi, in molte realtà siamo riusciti a far comprendere alle amministrazioni che la soluzione migliore è quella dei mastelli grandi per i palazzi, che sono più comodi anche per gli utenti. Una scelta che in alcuni casi è stata corredata da ordinanze ad hoc che imponevano tutti i condomini ad organizzarsi giocoforza attraverso i propri amministratori condominiali. Credo che anche a Cascina si debba andare in questa direzione. In questi ultimi tempi ci sono stati degli intoppi a causa di tutta la vicenda della gara per la gestione del servizio porta a porta: la Cft aveva vinto la gara, poi vi è stata la contestazione davanti al giudice e Avr è subentrata. In tutto questo passaggio vi sono stati alcuni disagi, ma mi risulta che tutto stia andando verso una soluzione. Proprio nei giorni scorsi ho già avuto un incontro con il nuovo assessore all’ambiente Parrini e abbiamo cominciato a parlare delle decisioni da prendere per migliorare il servizio, condomini compresi.

E nel Comprensorio del Cuoio? Quali sono ancora i nodi da sciogliere?

Il Comprensorio come sempre si caratterizza come un’area complessa da gestire per tutto quello che concerne i rifiuti speciali. E’ una zona produttiva, nella quale fenomeni come l’abbandono e la migrazione dei rifiuti si presentano più frequentemente. Non è però l’unico caso in provincia. Credo che anche per il Cuoio debba continuare l’opera di sensibilizzazione, anche sul fronte del multimateriale, che in certi casi, come in altre parte della provincia, ha dimostrato una qualità. La soluzione è una sola ed è racchiusa anche nella nostra recente campagna di comunicazione: qualità, qualità, qualità e attenzione alla differenziazione. Nel complesso però il Comprensorio si presenta come una delle realtà messe meglio: la raccolta ormai è una realtà consolidata in tutto il territorio dei comuni. Adesso si tratta di migliorare il servizio, le percentuali di differenziata, la quantità di rifiuti.

Nilo Di Modica