Nessun allarme li fermava, sgominate due bande di ladri senza scrupoli

Sono riusciti a portare via da una casa di Gello di Pisa una cassaforte da 700 chili. Dalla scorsa estate, da quell’episodio, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Pisa era sulle loro tracce. Ieri 5 giugno, alla fine, l’autorità giudiziaria pisana ha emesso sette provvedimenti cautelari, sei dei quali eseguiti dalle prime ore della mattinata di oggi a Pisa, Pontedera e San Giuliano Terme. Restano indagati in stato di libertà i minorenni e altri che, secondo le indagini, hanno avuto un ruolo marginale nell’indagine.
Un lavoro abile e preciso quello della banda secondo i carabinieri. Che si basava sulla costante ricerca di obiettivi da colpire ma anche sulla facilità con la quale gli stessi accedevano nelle abitazioni, che fossero munite di inferriate, telecamere o allarme.
Gli indagati principali formavano due gruppi separati tra loro: il primo, chiamato dagli investigatori “la banda del flessibile”, formato da 4 giovani stranieri e un giovane pisano e il secondo, composto da una decina di nomadi, compresi alcuni minorenni di una nota famiglia di Pontedera e da un rumeno, soprannominato dagli inquirenti Re Giorgio per la corona d’oro indossata durante un soggiorno in Romania, quando aveva contratto matrimonio con la sua convivente.
Per la “banda del flessibile”, nel corso delle attività veniva documentato che alcuni indagati perpetravano inizialmente due furti in abitazione a San Giuliano Terme, ma anche numerosi altri nel Pontederese e nella Lucchesia.
Stando alle indagini, un giovane residente a Pisa, ritenuto a capo della banda, dava chiare indicazioni su come muoversi e cosa fare, mentre parte dell’oro veniva rivenduto in alcuni compro oro, risultati per ora estranei alla vicenda.
Durante i furti della “banda del flessibile”, particolarmente importante è stata, in un caso, la testimonianza di un abitante del posto, il quale annotava la targa proprio della autovettura sotto controllo, indicando anche la presenza di tre persone a bordo le quali effettuavano un sopralluogo e subito dopo raggiungevano a piedi un’abitazione dove nel giro di poco veniva perpetrato il furto.
Il gruppo monitorato, per il quale gli inquirenti hanno contestato anche l’associazione per delinquere, appartiene a una generazione di immigrati arrivata in Italia da diversi anni i quali, in buona sostanza, sono cresciuti fin dall’adolescenza in Italia.
“Andiamo al mare” era il messaggio in codice della “banda del flessibile” per avvisare che si sarebbero visti per andare a “lavorare”, cioè a rubare nelle case. Impressionante la serie di sopralluoghi, anche in province limitrofe, in posti a volte isolati o in piccole frazioni, dove minore è la presenza di forze dell’ordine.
Flessibile, guanti, piede di porco e passamontagna gli arnesi da lavoro della banda, pronta anche a tramutare il furto in rapina, se necessario.
Monitorati dai carabinieri anche alcuni sopralluoghi di fronte a gioiellerie, con l’intenzione (non attuata durante il periodo di indagine), da parte degli indagati di commettere delle rapine, nel caso in cui fosse capitato il momento opportuno.
A unire la banda c’era anche l’uso smodato di ogni tipo di stupefacente, dalla cocaina alla ketamina, pronti a prendere forza per l’adrenalinica e remunerativa attività criminosa. A conoscenza dell’attività anche alcuni familiari: in un caso un anello rubato diventa il regalo per la fidanzata italiana di uno degli stranieri, perfettamente a conoscenza dell’attività del compagno.
In alcuni casi i militari sono riusciti a sequestrare e restituire ai legittimi proprietari quanto rubato, venduto a un “compro oro” che, per legge, deve mantenere l’oggetto in negozio per dieci giorni, prima di fonderlo.
Modalità molto simili, anche se meno “spregiudicate” nei modi, quelle attuate dal gruppo di nomadi. Sotto l’occhio degli investigatori tutti soggetti già più che conosciuti agli investigatori.
Numerosi i sopralluoghi e i colpi effettuati, a Pisa e provincia, Livorno e anche fino a Firenze. In questo secondo gruppo, i carabinieri non hanno ben delineato il canale di ricettazione della merce rubata, poiché il gruppo non consegnava ai “compro oro” quanto sottratto nelle abitazioni. In corso ulteriori accertamenti.
Particolarmente attivi due giovani minorenni.