C’era una volta un Castello, con l’acqua buona da bere

30 maggio 2016 | 14:43
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C’era una volta un Castello, con l’acqua buona da bere
C’era una volta un Castello, con l’acqua buona da bere
C’era una volta un Castello, con l’acqua buona da bere

C’era una volta un Castello ha accolto tanti bambini e ragazzi, domenica 29 maggio, a Montecastello di Pontedera. Acque SpA, gestore idrico del Basso Valdarno, ha partecipato alla manifestazione organizzata da Tagete Edizioni e Librialsole con il patrocinio del Comune di Pontedera.

Nell’ambito delle attività ludiche, ricreative ed educative della manifestazione, ha registrato particolare interesse il gioco “Indovina l’acqua che bevi”, esperienza consolidata negli anni da Acque SpA soprattutto nel rapporto con scuole e famiglie. Il gioco prevede l’assaggio “anonimo” di tre tipologie d’acqua e la richiesta di individuare quale sia acqua di rubinetto, quale quella minerale oppure di sorgente. Il risultato, come di consuetudine, è stato meno scontato di come ci si potrebbe immaginare. La combinazione proposta ai 111 partecipanti al gioco è stata: 1) rubinetto 2) minerale 3) sorgente. Hanno indovinato la combinazione corretta in 37 (appena 1 ogni 3 sul totale dei partecipanti), mentre solo in 53 (meno del 48%) è riuscito a distinguere l’acqua di rubinetto dalle altre due. In particolare l’acqua di rubinetto offerta è proprio quella distribuita a Montecastello, proveniente dalla centrale idrica di Treggiaia. Il gioco ha ovviamente lo scopo di proporre il tema della bontà – anche organolettica – dell’acqua erogata dall’acquedotto e di sottolineare quanto ancora sia radicato il pregiudizio sulla effettiva qualità dell’acqua di rete. Fornire acqua non solo potabile ma anche di buona qualità, “buona da bere”, è da sempre uno degli obiettivi principali di Acque SpA. Anche per questo, vengono effettuati continui e meticolosi controlli sull’acqua. Lo scorso anno, ad esempio, Acque SpA attraverso il proprio laboratorio di analisi ha determinato 235mila parametri attestando una conformità dell’acqua potabile di oltre il 99,8%. Le pochissime “non conformità” rilevate si riferiscono quasi esclusivamente a parametri indicatori – che non incidono sulla potabilità dell’acqua – o a “falsi positivi”, ovvero parametri che ad un immediata verifica risultavano entro i limiti.