
Un nome, un volto e una promessa che da 25 anni prova a mantenere. Sono gli ingredienti di una storia che potrebbe essere la trama di un film, uno di quelli dove gli occhi rimangono puntati sullo schermo nella speranza di vedere il lieto fine. Da un quarto di secolo, Giorgio cerca di mantenere l’impegno preso con una familiare in punto di morte: un fiore da mettere sulla tomba di un uomo che fu soldato ma del quale sa soltanto il nome.
Un macigno che pesa sul cuore di Giorgio, che con quella foto stretta tra le mani e quell’ultimo ricordo fisso negli occhi, chiede da anni aiuto per ritrovare Livio. Sicuramente toscano, forse della provincia di Pisa ma anche Livorno o Lucca, nato tra il 1915 e il 1916.
La storia
Sono passati 25 anni da quando Giorgio Doddi, pensionato residente a Bolsena, ha cominciato la sua ricerca sulle tracce di un uomo. “Livio dove sei? Aiutatemi a trovarlo” questo è l’appello che Giorgio sta cercando di divulgare ovunque, con tutti i mezzi che ha a disposizione. “Era il 1991 quando ho promesso di trovare Livio – racconta Doddi –. Sono stato accanto ad una persona di famiglia, a me molto cara, durante i giorni in cui ha combattuto contro una grave malattia. Prima di andarsene, però, mi ha chiesto di portare un fiore sulla tomba di un certo Livio. Me lo ha detto in punto di morte, le stringevo la mano, non eravamo pronti a salutarci, ma nel suo ultimo momento di lucidità mi ha ricordato di avere una foto di quell’uomo, sussurrandomi il suo nome. Purtroppo le sue parole si sono poi spente nel pronunciare il cognome”. Un momento commovente, ancora ben impresso nella mente di Giorgio, che da quel giorno ha cominciato un’instancabile ricerca. “Sono partito avvalendomi dell’aiuto di amici e parenti, per proseguire con ricerche in libri e archivi, fino ad ingaggiare un investigatore privato – dice Doddi –. Ho così saputo qualche dettaglio aggiuntivo sulla vita di quest’uomo, mentre l’anno scorso ho deciso di rendere partecipe di questa mia ricerca un pubblico più vasto, quello del web”. Sul suo profilo Facebook, infatti, Giorgio ha reso pubblica la sua storia nel marzo 2015, in un post che ad oggi ha raggiunto oltre le 2.500 condivisioni. “Ad aprile di quest’anno – prosegue Doddi – ho creduto davvero di aver trovato Livio. Tramite i commenti online sono stato indirizzato nella provincia di Lucca, dove mi era stata segnalata la presenza di un uomo che aveva le caratteristiche che cercavo. Si trattava di un eroe di guerra pluridecorato, per questo presente in alcuni libri storici, morto all’età di 93 anni. Sui libri ho trovato una sua foto di quando era giovane e, sebbene la somiglianza con Livio ci fosse, purtroppo non era lui”.
Quello che sappiamo di Livio
La foto risale al 1946 e mostra un uomo giovane, con gli occhi azzurri, forse poco più che 30enne e deceduto da tempo, come farebbero pensare le parole della familiare di Giorgio Doddi quando gli disse di “portare un fiore sulla sua tomba”. Dalle informazioni raccolte sappiamo con certezza che l’uomo era toscano, nato nel 1915 o nel 1916 magari nella provincia di Pisa o Livorno, e che era arruolato nell’aeronautica militare. “Secondo alcuni – spiega Doddi – la divisa potrebbe far supporre ad un sottufficiale sergente marconista. So che prestava servizio a Roma, forse all’aeroporto di Centocelle per poi essere nuovamente trasferito a Pisa”. Una ricerca complessa, dunque, fatta di molte probabilità e poche certezze che si confondono tra i meandri della storia. Ma se è vero che la speranza è l’ultima a morire, Giorgio non si dà per vinto: “Al tempo in cui feci la mia promessa ero giovane, pensavo di avere tutto il tempo a disposizione – conclude –. Adesso però ho 70 anni e la mia apprensione più grande è quella di spegnermi senza aver mantenuto la parola data. Chiedo la gentilezza di divulgare la foto di Livio e la sua storia: anche se mi rendo conto delle difficoltà, non ho intenzione di arrendermi”. Chi potesse fornire delle notizie concrete può contattare la redazione de Il Cuoio in Diretta alla email redazione@ilcuoioindiretta.it o scrivere a Giorgio Doddi all’indirizzo elettronico nuovobelvedere@alice.it.
Serena Di Paola