Carrozza in visita al Don Bosco Pisa: “Serve ristrutturare, anche la burocrazia”

17 novembre 2015 | 15:50
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Carrozza in visita al Don Bosco Pisa: “Serve ristrutturare, anche la burocrazia”

“I locali avrebbero bisogno di una profonda ristrutturazione”. Lo dice la deputata Pd Maria Chiara Carrozza della casa circondariale Don Bosco di Pisa, dopo una visita accompagnata dal direttore, il comandante della polizia carceraria e la responsabile degli educatori del carcere.

“L’impegno della direzione e del personale è tangibile –  secondo Carrozza -, così come alcuni lavori eseguiti di recente, ma è chiaro che rimane una struttura inadeguata. A questo impegno andrebbero unite donazioni di privati che, tra l’altro, non mancherebbero neanche, ma queste operazioni sono amministrativamente e burocraticamente difficili e complesse. E’ un settore nel quale intervenire perché la semplificazione sarebbe molto importante e sarebbe importante anche l’Agenda Digitale. Basti solo pensare che tutte le autorizzazioni passano per moduli cartacei, che diventano inevitabilmente burocrazia”. Carrozza ha visitato il carcere femminile, maschile, penale e giudiziario “e ho potuto incontrare gli insegnanti volontari che insegnano ai detenuti. Ho assistito alle lezioni di geometria analitica, ad un laboratorio di pittura, alle lezioni di lingua e grammatica italiana ai cittadini non italiani, una serra per giardinaggio e ho incontrato i medici e terapisti del centro clinico e riabilitativo che operano nella struttura”. “Ci sono poi – aggiunge l’ex ministro – le questioni degli spazi di svago: dalla ristrutturazione del campo di calcetto, alla donazione di attrezzature per la palestra, che potrebbe permettere ai detenuti di svolgere attività motorie e sportive, fino alla donazione di libri recenti e romanzi. Non mancano bei progetti, che sono fermi in attesa di finanziamento, come quello che sostiene il teatro in carcere.
Si deve entrare nell’ottica che le necessità di un carcere sono anche opportunità che potrebbero migliorare le condizioni, qui ci sarebbe lavoro per tutti: per la politica e per il Governo, per chi vuole fare il volontario e per chi vuole fare donazioni. Pisa non si deve dimenticare di questo mondo. Un carcere è un luogo complesso, che necessita di continuo supporto, per chi vi è detenuto e per chi vi lavora. Ho saputo delle gravi carenze di personale di polizia carceraria di cui ci sarebbe oggettivamente bisogno. Il carcere è anche un luogo di integrazione dove devono convivere etnie, religioni e popolazioni molto diverse da loro. Solo una bassa percentuale dei detenuti è di origine italiana, la maggioranza è straniera”.