“Ero sotto la torre Eiffel” una pisana racconta



Gli aeroporti sono presidiati metro per metro, ci sono moltissimi militari armati fino ai denti, il clima che si respira è estremamente pesante. Quando alcuni giorni fa sono arrivata a Parigi all’aeroporto mi hanno chiesto appena i documenti, nessuno si è curato di me. Questo pomeriggio quando ho ripreso l’aereo per tornare verso Pisa mi hanno aperto tutti i bagagli, mi hanno controllato qualunque borsa. Ho visto uomini armati in assetto antisommossa.
All’aeroporto ho percepito tutta la preoccupazione e la paura, l’idea di una città militrizzata”. Sono le parole di Sandra Pullia un’informatice medica di Cascina (oggi residente a Pisa) che ieri sera mentre si verificava il primo attentato dopo le 21.30 era proprio nel cuore di Parigi sotto la tour Eiffel. “Ero proprio sotto la tour Eiffel quando è avvenuto il primo attentato, all’inizio non mi sono accorta di niente, poi hanno cominciato ad arrivare le telefonate e i messaggi dall’Italia da parenti e amici che sapevano che mi trovavo a Parigi. A qual punto ho cercato di capire cosa stava accadendo e dopo aver realizzato che si trattava di attentati terroristici, ha deciso di andare subito in albergo. Ho evitato di prendere la metropolitana e ho chiamato un taxi”. Pullia negli ultimi giorni si era recata a Parigi per motivi di lavoro e poi aveva deciso di fermarsi. Non ha avuto modo per sua fortuna di vedere direttamente i luoghi colpiti dagli attentatori, ma è stata testimone quasi diretta di come i parigini e la Francia hanno reagito. “Quando eravamo in taxi mentre mi dirigevo verso l’hotel nella zona di Montmartre ho cominciato a capire la gravità degli attentati, ho visto gente per che piangeva per strada. Poi arrivata in albergo ho cominciato e temere di restare bloccata a Parigi, perché in un primo momento Hollande ieri sera ha detto che avrebbe chiuso le frontiere e temevo che non mi facessero prendere l’aero per rientrare a Pisa”.
Poi è cominciata la lunga notte di polizia e ambulanze per Parigi: “Per tutta la notte dall’albergo ha sentito passare veicoli della polizia e moltissime ambulanze. Una notte inquieta a trascorsa a cercare di capire cosa accedesse intorno a lei, fino al mattino: “Questa mattina poi – continua Sandra Pullia – ho provato ad andare in aeroporto, nella speranza di trovare un volo per l’Itali. Parigi si è svegliata in una dimensione surreale di pesantezza, nonostante la vita sembri continuare nella normalità. Quello che si respirava anche sulla metropolitana era una dimensione nuova per i parigini”.
Gabriele Mori