“Ero sotto la torre Eiffel” una pisana racconta

14 novembre 2015 | 17:23
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“Ero sotto la torre Eiffel” una pisana racconta
“Ero sotto la torre Eiffel” una pisana racconta
“Ero sotto la torre Eiffel” una pisana racconta

Gli aeroporti sono presidiati metro per metro, ci sono moltissimi militari armati fino ai denti, il clima che si respira è estremamente pesante. Quando alcuni giorni fa sono arrivata a Parigi all’aeroporto mi hanno chiesto appena i documenti, nessuno si è curato di me. Questo pomeriggio quando ho ripreso l’aereo per tornare verso Pisa mi hanno aperto tutti i bagagli, mi hanno controllato qualunque borsa. Ho visto uomini armati in assetto antisommossa.

All’aeroporto ho percepito tutta la preoccupazione e la paura, l’idea di una città militrizzata”. Sono le parole di Sandra Pullia un’informatice medica di Cascina (oggi residente a Pisa) che ieri sera mentre si verificava il primo attentato dopo le 21.30 era proprio nel cuore di Parigi sotto la tour Eiffel. “Ero proprio sotto la tour Eiffel quando è avvenuto il primo attentato, all’inizio non mi sono accorta di niente, poi hanno cominciato ad arrivare le telefonate e i messaggi dall’Italia da parenti e amici che sapevano che mi trovavo a Parigi. A qual punto ho cercato di capire cosa stava accadendo e dopo aver realizzato che si trattava di attentati terroristici, ha deciso di andare subito in albergo. Ho evitato di prendere la metropolitana e ho chiamato un taxi”. Pullia negli ultimi giorni si era recata a Parigi per motivi di lavoro e poi aveva deciso di fermarsi. Non ha avuto modo per sua fortuna di vedere direttamente i luoghi colpiti dagli attentatori, ma è stata testimone quasi diretta di come i parigini e la Francia hanno reagito. “Quando eravamo in taxi mentre mi dirigevo verso l’hotel nella zona di Montmartre ho cominciato a capire la gravità degli attentati, ho visto gente per che piangeva per strada. Poi arrivata in albergo ho cominciato e temere di restare bloccata a Parigi, perché in un primo momento Hollande ieri sera ha detto che avrebbe chiuso le frontiere e temevo che non mi facessero prendere l’aero per rientrare a Pisa”.
Poi è cominciata la lunga notte di polizia e ambulanze per Parigi: “Per tutta la notte dall’albergo ha sentito passare veicoli della polizia e moltissime ambulanze. Una notte inquieta a trascorsa a cercare di capire cosa accedesse intorno a lei, fino al mattino: “Questa mattina poi – continua Sandra Pullia – ho provato ad andare in aeroporto, nella speranza di trovare un volo per l’Itali. Parigi si è svegliata in una dimensione surreale di pesantezza, nonostante la vita sembri continuare nella normalità. Quello che si respirava anche sulla metropolitana era una dimensione nuova per i parigini”.

Gabriele Mori