Selfie senza confini: con l’app lo fanno anche i non vedenti

20 luglio 2015 | 12:07
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Selfie senza confini: con l’app lo fanno anche i non vedenti

Il selfie non conosce confini. Grazie a un gruppo di allievi della Scuola Sant’Anna di Pisa, anche i non vedenti potranno farsi un autoscatto. L’applicazione è sviluppata da un gruppo di allievi phd che svolgono il dottorato al Laboratorio di robotica percettiva (Percro) dell’Istituto Tecip (Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione, della Percezione).

Per ora utilizzando il solo Tpad Phone, smartphone con schermo aptico in grado di fornire sensazioni tattili all’utente nel momento della sua interazione. Il Tpad Phone è stato il protagonista della Student innovation challenge, competizione tenutasi a Chicago nei giorni scorsi nel contesto della conferenza internazionale Ieee Worldhaptics 2015, per presentare nuove applicazioni che consentano ai “telefoni intelligenti” di migliorare il loro uso con l’aggiunta del senso del tatto. Utilizzando la tecnologia di partenza, ovvero lo smartphone con lo schermo aptico, il gruppo di dottorandi italiani in Digital emerging technology ha sviluppato la app Tactile blind photography che guida l’utente, con deficit visivi, nell’azione dello scatto. “Centrare” l’immagine è ovviamente un passaggio problematico per le persone non vedenti. La app dei dottorandi del Sant’Anna utilizza sia l’audio sia un feedback tattile fornito sullo schermo, per rilevare in maniera automatica i volti sulla scena e aiuta gli utenti nell’individuare la posa migliore. Inoltre, “Tactile blind photography” facilita l’operazione evidenziando grazie alla tecnologia aptica i volti dei soggetti e i bordi dell’immagine, migliorando l’esperienza della persona con disfunzioni visive. “L’obiettivo della competizione era creare una nuova applicazione Android che utilizzasse lo schermo aptico per risolvere un problema reale – spiega Domenico Buongiorno, a nome del gruppo dei dottorandi Domenico Chiaradia, Massimiliano Gabardi e Michele Barsotti, coordinati da Antonio Frisoli – e su questa linea ci siamo mossi. Nella fase di sviluppo della app abbiamo coinvolto una ragazza non vedente che ci ha aiutato a capire quali fossero le sue difficoltà nell’interagire con uno smartphone per scattare fotografie e, soprattutto, per farsi i selfie, operazione davvero difficoltosa. Abbiamo compreso le sue necessità – prosegue Domenico Buongiorno – e con la guida del prof. Antonio Frisoli abbiamo sviluppato la tecnologia da utilizzare su schermo aptico, per unire efficacia e piacevolezza dell’esperienza di uso con la facilità nell’azione. A Chicago – conclude – la nostra app ha suscitato un fortissimo interesse. L’obiettivo, adesso, è continuare a svilupparla, per sfruttare al massimo le potenzialità dello schermo aptico, dimostrando come le nuove tecnologie possano risultare davvero utili per superare le disabilità”.
“A Chicago l’app è stata accolta con notevole interesse – conclude Antonio Frisoli – per il funzionamento dell’app e per le sue possibili applicazioni, tanto che media americani hanno voluto intervistare gli sviluppatori e i possibili utenti. La possibilità di dotare gli smartphone di sensazioni tattili sullo schermo può portare a un miglioramento significativo del loro utilizzo in alcuni ambiti e farci giungere a promettenti applicazioni, che possano supportare, in particolare, le persone non vedenti”