Pisa ricorda il rabbino Toaff

20 aprile 2015 | 15:22
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Pisa ricorda il rabbino Toaff

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è augurato che qualcuno gli intitoli una strada. Nel giorno del suo funerale a Livorno, città natale, Pisa ricorda Elio Toaff, formato tra l’università e la Normale, rabbino capo della comunità ebraica di Roma dal 1951 al 2001. Il 30 aprile avrebbe compiuto 100 anni.

Per parte di quel secolo, essere ebrei non è stato facile, nemmeno per lui , che a Pisa si laureò nonostante le leggi razziali e che da più parti è ricordato come l’uomo del dialogo, anche per il suo stretto rapporto con papa Wojtyla. A Toaff, nel 2006, l’università di Pisa conferì il Campano d’Oro, riconoscimento dell’associazione dei laureati dell’Ateneo pisano assegnato ogni anno alle personalità laureatesi a Pisa che si sono particolarmente distinte nel proprio campo di attività. Alla cerimonia partecipò anche l’ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, grande amico di Toaff. In quell’occasione, ha ricordato Augello, l’ex rabbino ripercorse “i suoi anni universitari, raccontando il coraggio del professor Mossa, che accettò di assegnargli la tesi di laurea malgrado le discriminazioni delle leggi razziali, che pure avevano dissuaso tanti suoi colleghi a fare altrettanto”. In quell’occasione Toaff disse anche che all’Ateneo di Pisa lo legavano “ricordi belli e tristissimi, essendo riuscito a laurearmi con fatica subito dopo la promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista. Credevo che quest’aula magna, alla quale proprio perche’ ebreo io non sono mai stato ammesso e questo palazzo non mi trasmettessero più niente e invece il vostro affetto, i vostri applausi mi hanno fatto sentire a casa”. E ricordando il suo professor disse che fu Mossa “a chiedermi di laurearmi e ad aiutarmi anche in quei mesi bui del regime. Quando finimmo di discutere la tesi mi disse: non posso darti 110, ovviamente ti va bene 105. Io risposi: anche troppo. Allora, ti do 103”. Ricordi e commozione anche dal sindaco Marco Filippeschi e dalla Scuola Normale.