Medici di famiglia nei centri di terapia del dolore

Per una rete della conoscenza e una conoscenza della Rete. Serve a questo, il progetto Ambulatory Pain Open Door, che nei prossimi tre mesi attraverserà la Toscana. Con due appuntamenti a Pisa dei tre in tutto previsti in Toscana. A partire da domani 10 aprile, sono tre le fasi: nella prima, i centri specialistici apriranno le porte ai medici di famiglia, per una sessione di formazione nella quale sarà illustrato il Progetto, presentato il Centro e sviluppato un inquadramento fisiopatologico, terapeutico e diagnostico del dolore, anche attraverso la condivisione di alcuni casi pratici.
Nella seconda fase, direttamente “sul campo”, il terapista del dolore affiancherà il medico di medicina generale nella visita ai pazienti. Si termina con la fase applicativa: il medico di famiglia adotterà nel proprio ambulatorio, nell’arco di 30 giorni, gli strumenti terapeutici appresi, raccogliendo e condividendo con lo specialista i dati sulla terapia consigliata, oppure indirizzando direttamente al Centro di riferimento i casi più complessi. Non un approccio esclusivamente pratico, quindi, ma anche relazionale: per stringere le maglie della Rete di cure palliative e di terapia del dolore e garantire la continuità assistenziale e terapeutica nel campo delle cure antalgiche, il Progetto Apod mira infatti a mettere in contatto diretto i medici di medicina generale con gli specialisti del dolore per favorire un dialogo più serrato fra la medicina territoriale e la specialistica e per aiutare i medici di famiglia a identificare più rapidamente il tipo di dolore avvertito dai pazienti. “Si tratta del Progetto più articolato e approfondito nel quale i medici di famiglia siano stati sinora coinvolti sul fronte delle terapie contro il dolore. Lo scambio di conoscenze tra medico di famiglia e specialista, che avverrà grazie al Progetto Apod attraverso un contatto diretto fra questi professionisti – spiega Paolo Poli, primario dell’unità operativa di terapia del dolore dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana – è fondamentale soprattutto per una rapida individuazione del tipo di dolore del quale soffre il paziente. La diagnosi corretta, infatti, è ancora il risultato più arduo da ottenere nel campo delle terapie antalgiche”.