Sindacati sul piede di guerra per le scelte del Ctt

Ancora proteste dai sindacati dei trasporti e in particolare dalle segreterie di Filt Cgil, Fit Cisl e Faisa Cisal “Le organizzazioni annunciano che, dopo l’ultimo tentativo di ricomporre la vertenza aziendale di fronte al prefetto di Pisa, proclameranno una serie di scioperi di tutto il personale Ctt Nord, contro i dirigenti aziendali che sono venuti a colonizzare un territorio produttivo per poi lasciarlo arido di ogni risorsa”.

Il tono della scontro quindi si alza e il timore è che il Ctt di fatto subisca dei pesanti tagli e perdite di efficienza da parte dei sindacalisti, alla luce della decisioni della nuovo consiglio di amministrazione eletto alcuni mesi fa. “Le Segreterie Provinciali – dicono i sindacalisti di Pisa della Filt Cgil, Fit Cisl e Faisa Cisal – sono ancora una volta a costrette a contestare l’operato della compagnia Toscana trasporti nord per come si stanno proponendo di fronte alla situazione delle gare regionali per l’assegnazione del trasporto pubblico locale. Inoltre le scriventi organizzazioni sindacali sono a denunciare il modo con il quale vengono trattate certe situazioni che coinvolgono direttamente la gestione del servizio e non solo, all’interno di tutto il territorio Provinciale Pisano. Ci sembra inverosimile dover assistere a situazioni di contenzioso giuridico contro la Regione Toscana portata dalla Ctt Nord che è e rimane pur sempre un’azienda con il 60% di capitale pubblico. Le cause istruite contro la Regione Toscana siano solo per difendere gli interessi delle aziende private che fanno parte del Consorzio Mobit, consorzio che dovrebbe partecipare alla gara regionale per conto di tutte le Aziende pubbliche Toscane. Abbiamo l’impressione che le aziende private come CAP, BusItalia e le altre che fanno parte di Mobit, pensino solo a difendere i propri interessi privatistici e di ciò si fanno scudo facendo intervenire le aziende pubbliche, che guarda caso promuovono cause costosissime contro la stessa regione Toscana che ha avuto l’assenso di poter mettere a gara in un solo lotto regionale, tutto il servizio di proprietà dei comuni che sono i proprietari delle stesse aziende. Ci sembra che qualcosa non torni, i Comuni che sono i proprietari di Ctt Nord, di Tiemme, di Copit, fanno causa contro se stessi? E per di più chi paga tutti questi avvocati e le spese legali per affrontare queste cause? I cittadini dei comuni proprietari delle stesse aziende. Poi – dicono ancora i sindacalisti – ci chiediamo come mai il cittadino prende sempre più le distanze dalla cosa pubblica e dalla politica, certo, visto come si buttano via i loro o meglio i nostri soldi, ci sembra ovvio. In questo scenario dobbiamo assistere a come si getti via l’efficienza dimostrata negli ultimi 15 anni dalla ex azienda Cpt e dagli enti locali della provincia di Pisa.
“La capacità dimostrate – spiegano i rappresentanti dei lavoratori – dai dirigenti aziendali ex Cpt e dagli amministratori locali pisani, che erano riusciti a far produrre utili all’azienda di trasporto Cpt, grazie ad interventi mirati, avevano aumentato la produttività dei lavoratori e migliorato l’efficienza della viabilità, specialmente all’interno del comune di Pisa, con la realizzazione di diverse corsie preferenziali, oggi viene completamente gettata via. Tutto quanto ideato all’interno della ex Cpt, viene smantellato e sostituito con sistemi che in altre realtà hanno prodotto effetti contrari, ossia l’abbandono da parte degli utenti del mezzo pubblico a favore di quello privato”.
“Un dato significativo, – vanno avanti i sindacalisti – da portare in evidenza, è quello dei passeggeri trasportati, oltre che raggiungere il 35per cento dei proventi dai titoli di viaggio, gli interventi degli enti locali pisani, aveva prodotto un aumento consistente dei passeggeri che usufruiscono dei mezzi pubblici. Quella pisana era l’unica realtà toscana in controtendenza con le altre realtà regionali e nazionali. Oggi le scelte della Ctt Nord sul territorio pisano sono quelle di acquistare autobus urbani che hanno solo due porte, una per salire e una per scendere e già questo comporterà un peggioramento del servizio e di un aumento dei tempi di percorrenza che provocherà aumenti di costi, tutto questo perché contrariamente a quanto si faceva in passato non sono stati ascoltati chi su quei mezzi ci deve lavorare. Per Filt Cgil, Fit Cisl e Faisa Cisal segreterie provinciali di Pisa lo smantellamento del capolinea urbano di Pisa, che per recuperare personale da adibire al controllo della regolarità, peggiorerà le condizioni del servizio in quanto non ci sarà nessuno che tempestivamente sarà nelle condizioni di riorganizzare gli autobus in caso di problemi che posso intervenire durante lo svolgimento del servizio”.

 

Insomma il reimpiego del personale del Ctt nord non tiene – continuano i sindacalsiti – lo stesso accadrà nell’area Valdera, dove già è stato tolto il capo officina di Pontedera e per ciò, non c’è più nessuno che sappia gestire il personale in funzione delle riparazioni da eseguire sui bus e degli interventi da effettuare sui guasti in linea. Ora si vuol togliere anche il coordinatore di esercizio di Pontedera che gestisce oltre 100 autisti, con le conseguenze prevedibili di creare ulteriori disservizi all’utenza. Questo è quanto è stato possibile escogitare dagli attuali dirigenti aziendali, dall’amministratore delegato e dal consiglio di amministrazione della Ctt Nord. Lo smantellamento di un servizio che funzionava, era efficiente e che trasportava utenti. Questo è ciò che ha prodotto l’affidamento del servizio ai privati – continuano dai sindacati – , che con l’unico scopo di diminuire i costi, hanno peggiorato il servizio, faranno perdere quote di utenti e soprattutto hanno ridotto lo stipendio dei lavoratori ex Cpt. Infatti solo i lavoratori della ex Cpt si sono ritrovati nella situazione di vedersi peggiorare le situazioni lavorative e un drastico taglio dello stipendio e della perdita di conquiste sociali, come il Cral e la Cassina Assistenziale Aziendale, frutto di quelle lotte che i lavoratori hanno sostenuto oltre 35 anni fa. Le scriventi organizzazioni sindacali hanno aperto lo stato di agitazione contro la Ctt Nord per tutte quelle situazioni che abbiamo sopra denunciato e per una situazione di assoluta indifferenza nei nostri confronti. Le scriventi organizzazioni sindacali hanno chiesto solo di poter partecipare alla discussione della nuova organizzazione aziendale e di dare un contributo propositivo, come sempre in passato è stato dato, affinché non si facciano gli errori fatti in altri territori. Ma naturalmente veniamo chiamati solo quando sono a rischio gli stipendi o solo per metterci a conoscenza delle loro scelte, che noi possiamo solo accettare senza discuterle”.

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