Precari della scuola, di nuovo in piazza contro il governo Renzi

Precari della scuola di nuovo in piazza questa volta contro il governo Renzi e le leggi per la stabilizzazione degli insegnanti.
La protesta riparte da Pisa venerdi 27 febbraio alle 15.30 in piazza dei miracoli, dove si terrà un presidio regionale dove tutti i precari della scuola si troveranno ancora una volta, per dare voce alle loro rivendicazioni unitarie tra cui l’assunzione di tutti coloro che hanno maturato e matureranno i 36 mesi di servizio lo slittamento del concorso del 2016 a dopo che i lavoratori precari siano assunti, l’assunzione da graduatoria per gli abilitati, la possibilità per i neoassunti di insegnare la propria materia e non essere lavoratori di serie B obbligati al trasferimento coatto e a fare supplenze su materie su cui non sono abilitati, la possibilità di continuare a svolgere supplenze per chi non sarà assunto, il ritiro dei tagli del personale Ata, il ripristino e l’allargamento dell’organico per far fronte alle esigenze della scuola, per la quale sono necessari forti investimenti e non tagli. La buona scuola di renzi affonda la scuola pubblica – dicono i precari -. e il monodel precariato il tempo di muoveri è adesso: faccimo sentire la nostra voce. Per farcela – continuano i lavoratori della scuola – dobbiamo essere in tanti, consapevoli che solo uniti si vince e che la nostra lotta dovrà continuare fino in fondo se non vogliamo essere spazzati via dalla buona scuola”. “Il governo Renzi – continuano ancora gli insegnati – con la riforma della Buona scuola, che si appresta a imporre al parlamento con dei decreti, colpisce pesantemente ancora una volta la scuola pubblica, ed in particolare il mondo del precariato. Da una parte, spinto dalla sentenza europea che impone all’Italia di assumere chi ha almeno 36 mesi di servizio, stabilizza una parte dei precari trasformandoli in insegnanti di serie B destinati a fare da tappabuchi, svolgere supplenze su reti di scuole ed insegnare materie su cui non sono abilitati, con l’obbligo di spostarsi anche di regione se assunti. Dall’altra espelle dalla scuola decine di migliaia di precari che hanno portato avanti la scuola in tutti questi anni. Tutto questo all’interno di una controriforma della scuola che, in continuità con le precedenti, taglia ancora le risorse e il personale e destruttura profondamente la Scuola Pubblica, peggiorando fortemente la didattica”.