Il Distretto e la pelle raccontati con gli occhi del pittore: l’antologia di Masoni in mostra

L’inaugurazione è sabato 22 marzo alle 18
“L’amministrazione comunale ha voluto, a titolo di orgoglioso riconoscimento, dedicare a Romano Masoni una mostra antologica, segno inequivocabile di appartenenza comunitaria all’artista maggiore del nostro Novecento che verrà inaugurata a villa Pacchiani a Santa Croce sull’Arno”. La mostra curata dal critico Nicola Micieli sarà inaugurata sabato 22 marzo alle 18 e resterà visitabile fino al 27 aprile.
Sabato 5 aprile, alle 18, nell’ambito della mostra, sarà invece presentata al pubblico la monografia “Opere Perse”, il catalogo realizzato a corredo dell’esposizione. Una mostra che racconta praticamente la storia artistica del pittore di Santa Croce dai suoi esordi nel 1962 fino ad oggi. Cinquanta opere che vanno quindi dal periodo giovanile fino alla maturità artistica, passando dai vari stili e soggetti che il pittore ha indagato nel corso della sua carriera. Particolarmente interessanti oggi risultano essere le opere degli anni ’70, quando attraverso vari tentativi ed esperienze Masoni, cercava una propria identità artistica, fino alle opere degli anni ’10 del nuovo secolo. Proprio in questo periodo il pittore affronta con maturità artistica, ma anche umana le sue opere, rendendosi interprete dei cambiamenti dei tempi nella capacità di percepire e rielaborare la realtà ancor prima che nel cambiamento culturale. In questa antologica, che ha avuto la forza di raccogliere le principali opere anche dalle collezioni private, infatti si scopre un pittore che rimane coerente con il suo intimo all’incedere del tempo, delle trasformazioni sociali e culturali che il passaggio al nuovo millennio, o forse sarebbe meglio dire all’ultimo decennio del ‘900, ha portato. Ma Masoni da artista intellettualmente onesto affronta questi cambiamenti e li reinterpreta e racconta rimanendo intimamente in linea con la propria identità di intellettuale e di artista.
Proprio il profondo legame con la sua terra, il polo conciario toscano, per lui diventa elemento identitario, in un’indagine artistica che se da un lato supera la retorica novecentesca dell’industrializzazione, dall’altro non rinuncia ad evidenziare anche i problemi che l’industria nella sua terra ha portato. Per Masoni alla fine la pelle, come scrive il curatore della mostra il critico e professore Micieli “…è stata il luogo metaforico per antonomasia, con le sue mutazioni, con quel che comportano per la problematica ambientale e sanitaria”.
Insomma quella di villa Pacchiani sarà un’antologica di ampio respiro e di alto livello nell’ottica di conoscere questo pittore, che sicuramente ha detto molto della sua terra e del suo tempo in un percorso a tratti anche ironico e che esteticamente ha conosciuto momenti più ariosi e più cupi, ma che sono sempre stati lo specchio di un sentire e di un interpretare artisticamente la realtà circostante.
“Siamo di fronte ad una mostra inedita – dice l’assessore alla cultura Simone Balsanti – un tributo a un artista importante della nostra terra e del nostro tempo. Così come villa Pacchiani ospitò alcuni anni fa le opere di Banti, massimo esponente artistico della Santa Croce del secondo ‘800, oggi proponiamo un’antologica di un pittore che è stato altrettanto importante per la nostra terra nella seconda parte del ‘900 e che si è affacciato con rinnovato genio al primo ventennio del ventunesimo secolo. Una mostra che racconta un percorso artistico complesso a cavallo di decenni in cui il mondo è mutato velocemente e che allo stesso modo la sensibilità artistica di Masoni ha prodotto opere tra di loro diverse e apparentemente lontane, ma sempre con intuizione artistica di livello. Per me assessore alla cultura è un piacere poter offrire al pubblico questa mostra, di altissimo livello artistico e che alla fine racconta attraverso gli occhi di un pittore la nostra terra e la nostra realtà a cominciare dal rapporto complesso e dicotomico con la pelle”.