Un fiore per la Maestra Gabriella, ad Auschwitz nel treno di Primo Levi

Arrestata con la sorella, viaggiò con altre 650 persone: più di 500 morirono prima di entrare nel campo. Gli ex studenti ne hanno consegnato la memoria
La perdita dell’incarico a scuola rappresentò l’inizio di un periodo di crescenti difficoltà poi culminate, a partire dal 1943 con l’occupazione nazista del nostro Paese, in un’esistenza da perseguitata e non solo più da discriminata. In occasione del Giorno della Memoria, l’associazione Storie Locali vuole ricordare Gabriella De Cori, maestra elementare a Santa Maria a Monte dal 1931 al 1938, quando venne allontanata a seguito dell’entrata in vigore dei Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista.
“Per sfuggire alla persecuzioni nazifasciste – racconta l’associazione – Gabriella, insieme alla sorella Vera ed all’anziana madre Giuseppina Ambron, si rifugiò a Prunetta nel comune di Piteglio. In questa località alla fine di gennaio del 1944 Gabriella e Vera vennero arrestate (ma non la madre ritenuta troppo anziana da parte dei militi della Gnr). Le sorelle vennero consegnate alla Ss a Firenze e qui imprigionate, prima di essere trasferite al campo di internamento di Fossoli.
Il 22 febbraio 1944 dal centro di raccolta i perseguitati venivano trasferiti mediante un convoglio ferroviario (numero 8) che trasportava 650 persone (fra queste oltre alle sorelle De Cori anche Primo Levi). Ad Auschwitz il treno giunse il 26 febbraio, delle 650 persone solo 97 uomini (tra questi Primo Levi) e 29 donne vennero immessi nel campo, le altre se non decedute durante il tragitto vennero condotte alle camere a gas.
Le sorelle De Cori non fecero mai più ritorno, ma a Santa Maria a Monte molti ex alunni della maestra Gabriella ne hanno mantenuto il ricordo per tutta la vita.
Storie Locali ha raccolto il loro testimone affinché gli orrori della storia non abbiano mai più a ripetersi”.
L’Associazione porterà un fiore alla targa che a Santa Maria a Monte intitola una strada in ricordo della maestra Gabriella.