La memoria come chiave per il futuro: riflessioni sulla Shoah con Matteo Corradini
Più di 300 studenti di San Miniato riuniti nell’auditorium di piazza Bonaparte
Il valore della memoria è fondamentale. Importante. A differenza del ricordo, non rappresenta solo un’immagine di qualcosa che è stato, ma ne fissa nell’umanità l’idea, generando cultura, conoscenza e alimentando riflessione. La memoria fa sì che la storia narrata attraverso quell’idea non si ripeta. Ne è convinta la Fondazione Istituto del Dramma Popolare guidata da Marzio Gabbanini – artefice del teatro che interroga le coscienze – che anche quest’anno per il Giorno della Memoria ha riunito all’auditorium di piazza Bonaparte oltre 300 studenti degli istituti superiori del Comune per chiamarli a riflettere insieme allo scrittore ed ebraista Matteo Corradini.
Il tema è stato Parole sulla parola Shoa e sono stati proiettati spezzoni dal film Shoa di Claude Lanzomann. Si tratta di un lungo documentario realizzato intervistando testimoni dello sterminio. Il film venne alla luce nel 1985 e dura più di 9 ore. Il titolo è Shoah, una sola parola che identifica una tragedia che fu frutto di una scelta e oggi è la più diffusa quando si vuole definire lo sterminio degli ebrei. Corradini ha guidato i ragazzi alla comprensione – in quelle immagini – delle tematiche più evidenti e alla ricerca di quelle più nascoste, offrendo una chiave di lettura e l’identificazione delle figure presenti: la vittima, il collaborazionista, il carnefice nazista. Una scelta, quest’iniziativa, che rientra perfettamente nella mission del Teatro del Cielo. Il linguaggio del cinema, come quello del teatro, hanno nella parola la forza straordinaria di scatenare nell’animo gli interrogativi fondamentali. Ha portato i saluti ai ragazzi e a Corradini anche il sindaco Simone Giglioli.