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Un corso sul movimento dei Macchiaioli per il bicentenario della nascita di Cristiano Banti

10 gennaio 2025 | 18:25
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Un corso sul movimento dei Macchiaioli per il bicentenario della nascita di Cristiano Banti

Le lezioni della dottoressa Silvia Gullì, esperta del periodo, guideranno i partecipanti in un percorso articolato in 8 lezioni

Nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Cristiano Banti (1824-1904), il comune di Santa Croce sull’Arno, in collaborazione con Nkey e Itermentis, organizza il corso di storia dell’arte dedicato a Cristiano Banti e il Movimento Macchiaiolo, la toscana nell’ottocento.

Un’occasione per immergersi nella pittura della nostra regione della seconda metà del diciannovesimo secolo e conoscere oltre alle opere il contesto culturale in cui nacquero le tele di Banti, ma più in generale quelle che la critica contemporanea chiama la “rivoluzione macchiaiola”.

Il corso e le iscrizioni

Le iscrizioni sono aperte dal 7 gennaio e gli interessati possono rivolgersi alla biblioteca comunale di Santa Croce sull’Arno contattando il numero 0571.30642-389850 o la mail biblioteca@comune.santacroce.pi.it.

Le lezioni della dottoressa Silvia Gullì, esperta del periodo macchiaiolo, guideranno i partecipanti in un percorso articolato in 8 lezioni. La prima si terrà giovedì 16 gennaio dalle 15,30 alle 17 e continueranno ogni giovedì fino al 6 marzo, alla biblioteca comunale di Santa Croce sull’Arno.

Il corso offre una panoramica sul movimento dei Macchiaioli, approfondendo la figura di Cristiano Banti, nato a Santa Croce sull’Arno il 4 gennaio 1824 e gli artisti a lui legati. Ogni lezione sarà un viaggio nella storia e nell’arte, per comprendere il contesto culturale e il lascito di questa straordinaria corrente pittorica.

I Macchiaioli, cenacolo pittorico nato a Firenze formalmente nel 1855, rappresentano un’esperienza unica nel loro genere in relazione la territorio in cui lavorarono, la Toscana e rispetto al resto d’Italia. Sono uno dei movimenti considerati rivoluzionari della critica, perché cercarono di superare l’inerzia creata dalla cultura pittorica accademica che tra la fine del ‘700 e la prima metà del’800 aveva pervaso anche la Toscana. Un movimento eterogeneo, perché pur partendo da una poetica pittorica comune, una sorta di manifesto improntato alla “teoria della macchia”, declinarono in varie sfumature tecniche e artistiche questa idea di partenza.

Non immuni dalle istanze pittoriche di quello spartiacque che è Courbet nella storia dell’arte occidentale, che riporta il realismo in primo piano come categoria conoscitiva nell’atto pittorico, i Macchiaioli, a lungo considerati erroneamente dalla critica longhiana cugini minori del movimento impressionista francese, in realtà furono una corrente indipendente e autonoma che proprio nella loro identità territoriale ritrovarono una forte capacità espressiva.

Molti fecero, a cominciare da uno dei punti di riferimento della pittura italiana dell Ottocento, Fattori, una lunga e profonda riscoperta di quella tradizione pittorica toscana che dal Trecento, passando per l’umanesimo e Rinascimento, non si era mai del tutto sopita, ovvero la riscoperta del disegno come atto propedeutico all’opera d’arte.

Il disegno come categoria pittorica

Banti fu uno dei principali esponenti di questo movimento, le sue opere, che raramente nacquero per la vendita, furono un percorso di indagine estetica nel realismo della campagna toscana. L’opera di Banti infatti sembra essere più di altre un percorso di indagine artistica che malvolentieri di adagia su “una maniera”, ma che continua fino alle ultime espressioni a ricercare nuovi aspetti della realtà toscana sia in senso visivo che culturale.