“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà

17 maggio 2024 | 14:11
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“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà
“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà
“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà
“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà
“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà
“Uno spazio ridefinito a cui ridare identità”: ecco la Piazza Duomo che verrà

Non snaturare, ma dare ordine. Nella piazza forse più complessa di San Miniato, l’affaccio sul mondo: il “prato”, la Piazza del Duomo. E’ stato questo l’assoluto protagonista della presentazione che questa mattina 17 maggio si è tenuto a Palazzo Grifoni alla presenza, fra gli altri, anche del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

La fine di un percorso iniziato circa tre anni fa, come ha avuto a dire il sindaco Simone Giglioli, e che in questi anni ha visto mettersi insieme Fondazione Crsm, Credit Agricole e naturalmente le istituzioni, per cominciare a pensare ad un modo per riqualificare l’area più importante del centro storico. Una sfida non facile che ha messo al tavolo anche le tre storiche “proprietà” catastali della piazza, protagoniste in passato anche di non pochi scontri fra visioni differenti: il Comune, la diocesi, la cattedrale.

Il risultato è un progetto, corredato da una sere di rendering, curato degli architetti Adriano Marangon e Michela De Poli dello studio associato trevigiano MADE, che prova a rendere la possibile Piazza Duomo di Domani. “Un percorso lungo – ha confermato il sindaco Simone Giglioli – , che affonda le radici nel rinnovo del protocollo d’intesa fra amministrazione e Diocesi nel 2021 e dai lavori di riqualificazione di Piazza della Repubblica, del Seminario per i San Miniatesi. Fu in quell’occasione che con il vescovo Andrea Migliavacca si aprì un discorso”. Suggestioni che hanno visto, poi, fare la necessaria opera di sintesi alla Fondazione e ovviamente la banca “senza la quale – ha più volte precisato il presidente dell’ente Crsm Giovanni Urti – niente di tutto ciò sarebbe stato possibile”.

Di qui la nascita del gruppo di lavoro, al quale ha preso parte il sanminiatese oggi professore di architettura all’Università di Venezia Luigi Latini e i due architetti dello studio associato MADE di Treviso Michela De Poli e Adriano Marangon. “Un luogo veramente bello – ha continuato Urti, che ha presentato il tutto insieme al suo predecessore Antonio Guicciardini Salini –, che richiama il sentimento di tutti noi che qui siamo nati, ma anche chi non è di San Miniato. Progetto molto importate che siamo lieti di poter presentare insieme a tutti gli attori che ne stanno facendo parte”. Qualcosa per certi versi inedito per il comune, almeno per i tempi recenti, che sempre hanno visto la piazza in vari modi anche ‘contesa’ nella gestione degli spazi (e dei parcheggi riservati) fra i tre proprietari catastali: comune, curia, cattedrale. Una “piazza ancora vitale – ha sottolineato il vescovo Giovanni Paccosi -, diversa dai tanti ‘centri commerciali con le mura antiche’ nei quali troppo spesso sono trasformati i nostri centri storici. Un luogo da cui San Miniato si proietta, con la vista e non solo, in tutto il suo circondario ed è quindi riferimento della Diocesi, del comune, ma anche di tutto un territorio”.

IL PROGETTO

“Ovviamente qualsiasi riqualificazione non può che partire, senza snaturamenti, dalla storia di quella piazza e del nostro comune – ha sottolineato Latini, attraverso un excursus storico delle varie fasi di realizzazione della piazza attuale –. Nel rispetto di quella ‘concatenazione virtuosa di spazi vuoti’ che è un po’ il carattere tipico di San Miniato e che nella piazza del Duomo, che non a caso in passato era chiamata ‘prato’, ha sempre visto convivere elementi architettonici e natura”. Natura che i due progettisti hanno infatti cercato di mantenere, in quello che possiamo definire, con le parole di De Poli, come “una migliore e diversa organizzazione degli elementi e delle funzioni che oggi convivono nella piazza”, più che un vero e proprio snaturamento. Ecco quindi che l’area esposta, dove in estate trova sede la platea del Dramma Popolare, viene circoscritta e coperta di un materiale laterizio architettonico permeabile, separata dagli altri ambienti circostanti dall’uso dei materiali, con passaggi pedonali più definiti che la circondano e restano aderenti ai palazzi.

“La storia forma, trasforma, ma in certi casi peggiora le cose – ha continuato De Poli –- Ecco quindi che i materiali dei lastricati saranno resi più omogenei”. Prevista, ad esempio, un’unica rampa che abbracci tutto l’angolo dell’attuale ingresso al Museo Diocesano e parte della facciata del duomo. Saranno spostati i due monumenti, di alcuni metri in avvicinamento all’area verde il mezzo busto bronzeo dedicato ad Angelo Del Bravo, in modo più incisivo quello in marmo dedicato alla Strage negli anni ’80, che sarà posto non più fra gli alberi ma in testa all’area alberata, lato Miravalle. “Si tratta soprattutto di una ridefinizione degli spazi e delle funzioni, ma anche di ridefinire alcuni tipici elementi della piazza sbiaditi negli anni – spiega Marangon –. Penso, ad esempio, all’inclinazione della piazza, a scendere dalla Rocca all’affaccio della Scala Santa”. L’area verde, ampliata, sarà circoscritta e recuperata maggiormente con con una sorta di prato rialzato. La parte nord, quella delle scale per la Rocca, sarà riqualificata da una scelta di materiali “utile a rimarcare l’elemento naturale”.

“Il rifacimento di una piazza così importante non può che avvenire a partire da una lettura storica e con un legame omogeneo degli elementi – ha assicurato Eugenio Giani –. Come mi rende felice il vedere i risultati importanti di una discussione che ha preso avvio in occasione due anni fa, dei 400 anni da quel 1622 in cui San Miniato si fece ‘città’ e nacque la Diocesi. La Toscana farà la sua parte”.

VITA NOVA: “BUON PROGETTO”. ANCORA APERTO PERO’ IL TEMA DELL’ACCESSIBILITA’

“Una riflessione aperta anche al contributo della città non potrà che essere prevista, anche per passaggi che non erano stretta responsabilità di questo gruppo di lavoro”. Ha lasciato aperta la porta a futuri contributi il professore Luigi Latini sulla spinosa questione di come rendere la piazza maggiormente fruibile ai soggetti con mobilità ridotta e non dotati di automobile, pur ribadendo che si tratta di una questione che “rappresenta un passo successivo alla riqualificazione”. L’ipotesi magari corredata di “ausili meccanici”, dalla platea, è stata sollevata da Lucio Gussetti, candidato di Vita Nova intervenuto a margine della presentazione.

“Quest’oggi la Fondazione e il Crédit Agricole hanno presentato un ottimo progetto di rilancio del decoro del Prato del Duomo di San Miniato – ha detto l’esponente di Vita Nova –. E positivo che finalmente si cominci a riappropriarsi degli spazi pubblici per ricreare un luogo di bellezza e di incontro naturale dei cittadini”. Sostanziale approvazione del progetto, quello espresso dalla formazione politica, che in una nota ha dichiarato poco dopo il suo favore al progetto con toni appena più polemici. “Al Vescovo Paccosi e ai cittadini di San Miniato ribadisco il mio impegno per continuare questo progetto e aiutare a portarlo a termine rapidamente. Finalmente, ci si avvia a rendere il centro storico di San Miniato più fruibile, più bello e più attrattivo. Non è un caso però che l’iniziativa sia partita da fuori dalla attuale amministrazione comunale e noi non ci sorprendiamo visto lo stato in cui versano molte altre piazze del comune. Il nostro programma prevede che lo stesso approccio si estenda anche alle frazioni perché la bellezza sia patrimonio a disposizione di tutti i nostri concittadini”.