Eravamo Seggiolai, il “sequel” racconta altre 44 storie





E ricorda un centinaio di soprannomi
Il primo libro era andato subito a ruba, entrando in un attimo nella testa e nel cuore dei castelfranchesi, curiosi di ritrovare i vecchi personaggi del paese e i lori soprannomi. Adesso è finalmente pronto il secondo volume di “Eravamo Seggiolai”, la raccolta di storie e soprannomi di Castelfranco di Sotto che sarà presentata sabato 11 novembre, alle 17,30, nella sala danza dell’Orto di San Matteo.
Una sorta di sequel del primo testo pubblicato nel 2019 e venduto in più di 400 copie, con all’interno un elenco di oltre 700 soprannomi e 75 storie di altrettanti “seggiolai”, riprendendo il soprannome che i paesi vicini avevano dato ai castelfranchesi per via delle tante botteghe specializzate nella fasciatura di sedie e fiaschi.
Un progetto nato quasi per gioco da un’idea di Mauro Marinari, ex art director in agenzie pubblicitarie internazionali rimasto per tanti anni lontano da Castelfranco, tornato nel paese natio con il ricordo di volti e personaggi sbiaditi dal tempo, insieme ai soprannomi ironici che nella Toscana di un tempo restavano appiccicati per tutta la vita e spesso ereditati dai familiari. Da qui l’idea di ricercare nomi e volti, coinvolgendo nel progetto lo zio parrucchiere Eugenio Marinari, la moglie Ivana Marangoni, l’ex sindaco Rosario Casillo, il responsabile della biblioteca Fabrizio Nelli, la catechista Vlascovia Papini e l’ex insegnante Cristina Valori, che si erano divisi il compito di cercare e intervistare i discenti di alcuni storici castelfranchesi per poi raccontare la loro storie. Era nato così il primo volume, al quale adesso si aggiunge il secondo con altre 44 storie e l’aggiunta di un altro centinaio di soprannomi, tutti elencati alla fine del libro in ordine alfabetico.
A farla da padrona sono però le vicende e le curiosità di alcuni dei seggiolai più rappresentativi del paese: dal portiere Fabio Soldaini detto “il ragno volante” fino alla storica famiglia Cavallini e alla sua villa, passando per il cinema Lux di Tosello Papini, dal Gini e dalla sua osteria, dalla mitica cartoleria di Udilia fino ad arrivare al dottor Bassi, all’ex sindaco Camerini, all’indimenticato Remo Bertoncini e allo storico fotografo Giustino Dal Canto, di cui pochissimi conoscono la passione l’abilità di liutaio che ha coltivato per tutta la vita. “Perché molte delle storie che abbiamo trovato erano chiuse nel cassetto dei ricordi familiari – dice Marinari –. Ricordi privati destinati a perdersi nello scorrere del tempo e delle generazioni. Con questo libro abbiamo voluto dare un contributo, seppur minimo, per lasciare almeno una testimonianza di queste persone e delle loro vicende”.