Gli epitaffi sull’ultima collina di Balconevisi, la memoria della comunità rinasce dal cimitero

Il libro di Fiordispina per ridare memoria alle persone vissute fra 70 e 160 anni fa
Gli epitaffi sull’ultima collina di Balconevisi è il libro di Delio Fiordispina, edito dall’Unione Sportiva Balconevisi, che sarà presentato domenica 16 ottobre alle 17,30. Oltre all’autore, saranno presenti Filippo Lotti (curatore d’arte), Giovanni Corrieri (che a suo tempo si batté per conservare queste antiche lapidi) e Aurelio Cupelli, che ne ha curato le foto e la pubblicazione. Nel libro si parla della collina di Balconevisi, vicino al Purgatorio, dove si trova il cimitero e vengono riportati i 72 epitaffi che sono stati realizzati dai primi del ‘900 agli anni Cinquanta, ancora una parte di essi sono visibili, altri no.
“Il cimitero – ricorda don Simone Meini, parroco della Valdegola, nell’introduzione – non è il luogo dei morti, ma come dice la parola greca da cui riprendiamo la traduzione in italiano, è il luogo dei ‘dormienti’ di coloro che attendono di essere svegliati e per questo ci aiutano gli epitaffi, ormai caduti in disuso ma che ci mostrano il senso vero e profondo di questo luogo che è il cimitero, il luogo di passaggio tra la terra e il cielo. Ecco la nostra identità: aver camminato per un breve o lungo tempo su questa terra con lo sguardo ad un’altra terra. Questo lo esprime benissimo l’autore quando utilizza la parola ‘radici’ ed è proprio vero che dalla natura possiamo comprendere anche la nostra essenza e la nostra identità”.
L’autore Delio Fiordispina ha vissuto per 30 anni a Balconevisi e ha proprio qui ha le sue radici. Quella del cimitero è “l’ultima collina del paese” fisicamente, ma anche in senso figurato ed è su questa collina, come nella canzone di De Andrè, che c’è la memoria di questa piccola comunità, un po’ come descrisse mirabilmente Edgar Lee Master per Spoon River. Delio Fiordispina scrive nella sua presentazione: “Le pietre, in un camposanto, compongono la comunità simbolica dei morti, che però, quando è passato molto tempo, non è più in relazione con la comunità dei vivi, perché si è allontanata nel tempo”.
Con questo libretto l’autore vuole ridare memoria proprio a queste persone vissute fra 70 e 160 anni fa.