“Un teatro a Montopoli nel nome di Paolo Poli”, è l’effetto Comicopoli

14 giugno 2022 | 14:06
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“Un teatro a Montopoli nel nome di Paolo Poli”, è l’effetto Comicopoli
“Un teatro a Montopoli nel nome di Paolo Poli”, è l’effetto Comicopoli
“Un teatro a Montopoli nel nome di Paolo Poli”, è l’effetto Comicopoli
“Un teatro a Montopoli nel nome di Paolo Poli”, è l’effetto Comicopoli
“Un teatro a Montopoli nel nome di Paolo Poli”, è l’effetto Comicopoli

Il festival ha scatenato una serie di aneddoti e racconti delle estati trascorse in paese e sul palco di quella che oggi è una palestra

Comicità colta, leggerezza intelligente: sono questi gli aggettivi utilizzati per descrivere Comicopoli, il festival sulla risata su cui ha scommesso Montopoli Valdarno. I tre giorni di kermesse sono in programma per il 24, 25 e 26 di giugno, ma l’evento ha già iniziato a raccogliere i primi effetti.

Il primo è stato annunciato oggi (14 giugno) dal sindaco di Montopoli, Giovanni Capecchi, nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio San Miniato, che ha contribuito alla realizzazione del festival. “Avevamo a Montopoli un maestro di teatro anticonvenzionale, Paolo Poli, che nei periodi estivi viveva a Montopoli – spiega il sindaco -. C’è un rapporto che non è ancora stato indagato a fondo tra l’attore e il nostro paese. Comicopoli ci aiuta a fare questo. Era consuetudine di Poli esibirsi nell’allora teatro di Montopoli. Quel teatro, che ora ha un’altra destinazione d’uso, dovremmo cercare di restituirlo alla sua origine. Sarebbe bello poter intitolare questo teatro proprio a Paolo Poli. Io ho iniziato questo percorso, non so se riuscirò a portarlo a termine entro il 2024, ma chi verrà avrà già una strada tracciata”.

Un teatro, presidio di cultura e socialità, che a Montopoli serve, anche solo per dare una casa a tutte le compagnie che operano nel comune. A ciò si aggiunga il grande omaggio che merita un gigante del teatro come Poli, che la stessa attrice Katia Beni, direttrice artistica di Comicopoli, non esita a definire “il più grande artista italiano del Novecento”. Il teatro in cui Poli si esibiva è alle porte del borgo di Montopoli, dove oggi si trova una palestra. Su questo progetto assicurano Capecchi e l’assessore alla cultura del comune, Cristina Scali, l’amministrazione sta già lavorando. Se non sarà possibile ricollocarlo nello stesso immobile non si escludono soluzione alternative.

Comicopoli non ha incentivato solo questa iniziativa, ma anche tutta la catena di aneddoti che in questi giorni rimbalzano tra le vie del paese. Aneddoti delle estati di Poli a Montopoli, come quelle passate in compagnia di Antonio Guicciardini Salini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato. “Io ho avuto la fortuna di conoscerlo – racconta Guicciardini Salini – e di viverci insieme per una decina di giorni. Era un uomo straordinario, preparato su tutto, colto, brillante. Un artista, ma anche una persona, 40 anni in anticipo sui tempi: quello che allora era da additare, il travestimento, oggi è normale”.

“Quando mi parlarono di questo progetto – prosegue Guicciardini Salini – in ne fui entusiasta ma anche preoccupato. Il progetto era bellissimo ma la Fondazione non poteva affrontare tutte le spese. Poi grazie al Comune che è il primo finanziatore siamo arrivati a una cifra abbordabile. Non è stato semplice arrivare a finanziare questo progetto. Noi siamo indietro di un anno con i finanziamenti perché il Covid ha fatto saltare gli interventi programmati e abbiamo dirottato le risorse verso la lotta alla pandemia. Con i ritardi che abbiamo accumulato, andare a finanziare cose non in programma non è semplice. Però l’abbiamo voluto fare perché crediamo in questo festival, ci vediamo del potenziale, e perché Montopoli merita una manifestazione di alto livello come questa”.

Comicopoli è la valvola di sfogo dopo anni strani e dolorosi, in cui la socialità persa ancora fatica a ritrovarsi. E allora quale miglior metodo se non una bella risata che fa da ponte tra le generazioni. Nato da un’idea di Katia Beni e Marco Bonciolini, la prima edizione del festival – pensato per ripetersi ogni anno – è organizzata dalle associazioni Eliopoli, Start.tip e patrocinata dalla Regione Toscana. “Questo festival – racconta Beni, che è incaricata della direzione artistica – è una serie di omaggi: alla felicità, alla comicità alla risata e soprattutto a Paolo Poli. Del programma di può notare che ha molti generi diversi: Panariello è il comico mattatore, Lella Costa è l’eleganza della comicità, poi c’è il duo comico, e con la Maboband la comicità musicale. Poi ci sarà la satira di Guzzanti. Se crescerà gli anni prossimi ci sarà un programma con più giovani e, soprattutto, l’idea è quella di far diventare Comicopoli un trampolino di lancio per nuovi spettacoli. Spettacoli che nascono appositamente per Comicopoli”.

Ridere non vuol dire frivolezza e quindi non mancherà l’impegno sociale, la difesa dei diritti e la condanna delle ingiustizie. La prima mossa spetta agli spettatori, che all’ingresso possono decidere di comprare la pallina rossa da clown per finanziare di Clown Dottori della Cooperativa sociale Chez Nous… Le Cirque. Nell’arco dei tre giorni, poi, ci saranno presidi di Amnesty International, Emergency, Toscana Pride, Associazione il bosco di Archimede e il Centro antiviolenza Frida Khalo. Negli spettacoli e nelle “chiacchierate” in programma, infatti, saranno affrontati i temi della violenza di genere, della transfobia e della guerra. Pensare che lo stesso Paolo Poli, artista poliedrico e oggi riconosciuto da tutti nella sua grandezza, i primi anni non poteva girare nei teatri in quanto dichiaratamente omossessuale.